(V.Vercillo) – Un bel regalo di Natale perSimone Farina, il difensore del Gubbio la cui denuncia di tentata combine ha dato origine alla seconda tranche dell’inchiesta di Cremona sul calcioscommesse. La sera del 25 dicembre, il Ct Cesare Prandelli ha mantenuto la promessa fatta nei giorni scorsi. Il tecnico ha telefonato al giocatore, invitandolo in Nazionale: non per una convocazione tecnica, ma per una visita a Coverciano, come gesto simbolico di vicinanza e approvazione per la coraggiosa iniziativa di Farina. Coraggioso e umile: gli aggettivi adatti ad un eroe. Ma dal canto suo, Farina si sente tutt’altro che un eroe: al telefono ha sottolineato di considerare il suo comportamento più che normale, confermando l’intenzione di restare lontano dai riflettori per un po’ di tempo. Il calciatore ha poi ringraziato Prandelli, che lo ha pregato di memorizzare il suo numero e di farsi risentire per indicare la sua data preferita per una visita in Nazionale, in qualsiasi momento: «Le porte per te, Simone, sono sempre aperte». Nel frattempo l’inchiesta “Last bet” prosegue il suo corso: dagli interrogatori di garanzia, limitati al contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare, si passa a quelli “investigativi”. Dopo i fatti che hanno portato in carcere l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni assieme ad altre 16 persone, potrebbero emergere numerose novità.(…) Tutti argomenti che affronterà davanti al pm, bramoso di approfondire ogni particolare della vicenda. Domani sarà il turno dell’ex preparatore dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, mentre il 29 toccherà all’ex di Juventus, Parma, Roma e Inter, Luigi Sartor, l’unico in manette a non aver ancora risposto alle domande del giudice. L’ultimo ad essere convocato dal procuratore Di Martino sarà, invece, proprio l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, l’11 gennaio prossimo. Doni, che da sabato scorso ha ottenuto gli arresti domiciliari in Alto Adige, è uscito dal carcere perché, secondo il gip Salvini, «si sono ridimensionate le esigenze cautelari relative alla genuina acquisizione della prova» poiché «si è avuta conferma della sussistenza degli episodi di frode sportiva di maggior rilievo». In poche parole, Doni ha di fatto confessato, e il suo comportamento «appare segno di una riflessione e di resipiscenza in relazione all’attività di frode avvenuta al fin di facilitare la promozione dell’Atalanta in serie A». Dal canto suo, la società nerazzurra ha espresso «la propria fiducia nella magistratura e una volta concluso l’iter giudiziario si riserva di agire con tutta la necessaria fermezza, in ogni possibile sede, contro chiunque abbia danneggiato la sua storia, la sua immagine e la sua onorabilità».