(M. Izzi) – Che il 2011, dal punto di vista calcistico non sarebbe stato esattamente un anno da incorniciare si era capito sin dalla prima amichevole, disputata il 2 gennaio contro l’Atletico Roma. Si era trattato di una sconfitta per 3-2 maturata al 47’ della ripresa dopo che Borriello aveva anche fallito un calcio di rigore. Inoltre l’ambiente è costantemente in apprensione per il futuro societario. Ormai acquisito la conclusione del ciclo della famiglia Sensi, si attendono con impazienza le notizie sulla cessione del Club. Il 5 gennaio filtrano delle indiscrezioni su una cordata americana determinata a concludere l’affare, Unicredit, però, non rilascia nessun commento.Intanto, il 9 gennaio, si deve incassare la sconfitta a Genova contro la Sampdoria, con le polemiche divampate per l’ingresso in campo di Totti al 91’. Ranieri, alcuni giorni più tardi dichiarerà: « Per me mandare in campo Totti in quei 4 minuti non è stata una mancanza di rispetto ma un grande gesto di stima verso un campione, e una grande considerazione per il mio capitano». La squadra però fatica e il 16 gennaio, allo Stadio Manuzzi, ci vuole l’autorete di Pellegrino, al 44’ della ripresa, per piegare il Cesena e l’ex Antonioli, che quando vede le maglie giallorosse ritrova sempre la verve dei giorni migliori. In questa fase, come non di rado è accaduto nella storia della Roma, le soddisfazioni più belle arrivano dalla Coppa Italia. Il 19 gennaio arriva infatti la vittoria nel derby per 2-1, che vale la qualificazione ai quarti di finale del torneo. Dopo un primo tempo da sbadigli, nella ripresa Borriello e Simplicio regalano i due acuti vincenti.Poco più di una nota a margine l’infortunio ad una spalla subito da Adriano dopo un contrasto con Ledesma. In pratica, l’episodio segnerà la conclusione dell’avventura del giocatore brasiliano nella Roma, con una provvidenziale rescissione del contratto che arriverà nel mese di marzo. Rinfrancata dalla vittoria nel derby, il 22 gennaio, la Roma rifila un bel 3-0 al Cagliari, mentre tre giorni più tardi, il vice D.G. di Unicredit, Paolo Fiorentino e il responsabile corporate Piergiorgio Peluso, volano a New York per incontrare i rappresentanti della cordata americana. Il 26 gennaio, per la prima volta, filtra il nome di Thomas Richard DiBenedetto, quale uomo di punta del gruppo che sembra avere tutte le carte in regola per fare proprio il pacchetto di maggioranza del Club. La notizia viene accolta con grande entusiasmo, rafforzato dal nuovo acuto della squadra di Ranieri, che il 27 gennaio firma una bellissima impresa andando ad espugnare il campo della Juventus (con le reti di Vucinic e Taddei) e qualificandosi per la semifinale di Coppa Italia. Il 31 gennaio, intanto, scade il termine di presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dell’AS Roma. I dossier sul tavolo della Banca sono cinque, ma il gruppo americano appare nettamente favorito. E’ un periodo delicatissimo, in cui i risultati tecnici della squadra, passano in secondo piano, rispetto alle urgenze della definizione della trattativa che deve portare ad esprimere una nuova proprietà.Ecco dunque, che il 2 febbraio, in campionato, arriva un pareggio assai brutto con il Brescia. Il punto deve essere addirittura salutato con soddisfazione visto che al 43’ della ripresa, una conclusione di Lanzafame s’infrange sulla traversa evitando la beffa. Il giorno seguente, per bloccare una ridda di voci ormai incontrollabile, Italpetroli dirama un comunicato ufficiale, nel quale, tra le altre cose, si può leggere: «Compagnia Italpetroli non è nella posizione di fornire informazioni in ordine all’identità dei soggetti offerenti. Peraltro, con specifico riferimento alle indiscrezioni relative alla formulazione di offerte da parte del fondo Aabar, si conferma che tale investitore non ha preso parte al processo di vendita né ha formulato alcuna offerta». Forse anche distratta dal tourbillon mediatico scatenatosi, la Roma, il 6 febbraio, naufraga a San Siro, raccogliendo un durissimo 5-3 contro l’Inter, che per certi versi, come dimostreranno gli avvenimenti a seguire, segnerà una sorta di punto di non ritorno. In 8 giorni, a cavallo tra il 12 e il 20 febbraio, la situazione precipita. Il primo passo verso il tracollo è la sconfitta interna con il Napoli, seguita, quattro giorni più tardi, da un devastante rovescio in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk negli ottavi di finale del torneo.E’ questa, probabilmente, la gara più importante del 2011. Tra gli addetti ai lavori c’è grande fiducia che la Roma, indovinando la prestazione, possa porre un’ipoteca sul passaggio del turno. Anche perché, la squadra di Lucescu è alla prima gara ufficiale dopo la lunga sosta invernale. Una volta passata in vantaggio con Perrotta, però, la Lupa si smarrisce. Incassa tre reti balorde, l’ultima delle quali con un errore tragicomico di Riise che sembra riassumere l’intera annata giallorossa. Negli spogliatoi, in sede di conferenza stampa, Ranieridichiara: «La Roma ha fatto una gran bella partita, non ho nulla da rimproverare ai ragazzi. Non buttiamo tutto via, è una squadra che sta giocando, non gli gira bene. Voi non considerate l’avversario, lo Shakhtar non è una squadretta, abbiamo tirato in porta 21 volte. Per me la Roma ha giocato bene, ha giocato una gran partita. Che volete, che faccio harakiri?». Il 20 febbraio, infine, l’amaro calice riserva le sue gocce più letali. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0, la Roma, in trasferta a Marassi, viene travolta dal Genoa, cedendo per 4- 3. Per Ranieri, il modo più amaro di chiudere una parentesi che rimarrà comunque scolpita nella storia giallorossa. Salutato il Mister di San Saba, alla guida della prima squadra viene promosso Vincenzo Montella. L’Aereoplanino ha un compito difficilissimo, ma ha il vantaggio di vedere tutta la tifoseria schierata dalla sua parte. Le prime tre gare della nuova gestione sono salutate da due vittorie in trasferta, a Bologna e Lecce, e da un pareggio interno contro il Parma (dopo che i nostri si erano portati sul 2-0). L’entusiasmo ritrovato aveva anche fatto sperare nella possibilità di cogliere un miracolo a Donetsk, ribaltando una situazione disperata. In realtà il ritorno di Champions dell’8 marzo, registrerà una vittoria senza storia, per 3-0, dei padroni di casa. Il mese di marzo regala però, anche la vittoria nel “Derby della Manita”. E’ il 13 marzo 2011, quando i sogni più radiosi dei tifosi si avverano. Alla traversa colpita da Pizarro dopo appena 4’, seguirà la doppietta di Francesco Totti: una fucilata bassa dal vertice sinistro su calcio di punizione, e il raddoppio su calcio di rigore. Per la Lazio di Reja è un incubo, accompagnato dalla consueta, rituale, ridda di lamentele, mentre il capitano giallorosso, da parte sua osserva: « Vincere oggi è stato importantissimo, battere la Lazio fa sempre un certo effetto, poi fare gol da romano e romanista verace raddoppia la soddisfazione. Venivamo da un brutto momento e sono contento per la squadra e per la gente». E’ la cinquina che entra nella storia. Una settimana dopo il Capitano contro la Fiorentina fa il duecentesimo (e il duecentunesimo) gol della sua storia ancora più grande. Quella della Roma avrà una svolta ad aprile. Lontano dall’Italia…