(A.Catapano) – Lo stadio della Roma deve accelerare. Lo chiede James Pallotta, che non può permettersi di lasciar passare il 2015 senza che sia stata messa la prima pietra. Lo auspica Ignazio Marino, che spinge perché i cantieri aprano il prima possibile, in modo da concedere una boccata d’ossigeno alle imprese. Ancora una volta, dunque, presidente e sindaco hanno la stessa esigenza: (ri)dare una spinta all’iter burocratico del progetto. Solo che tempi e merito delle valutazioni (tecniche) nei prossimi mesi saranno appannaggio della Regione, a cui la legge di stabilità 2013 concede fino a 180 giorni di tempo per dare il via libera definitivo al progetto. Un periodo che la Regione, stando alle prime comunicazioni pervenute a Pallotta e Parnasi, vorrebbe prendersi tutto. Ecco perché il presidente della Roma ha messo in agenda un incontro con il Governatore Nicola Zingaretti, in programma domani. Con l’obiettivo di fissare con la Regione una road map snella, che porti il progetto Tor di Valle al traguardo entro «cento giorni». E nelle ultime ore dal Comune è partita una moral suasion con lo stesso identico obiettivo.
PERÒ… – Tutto lecito. Ma ci sono due però. Il primo: i progetti esecutivi, al momento ancora in gestazione, devono passare al vaglio del Comune — soprattutto nella parte in cui spiegheranno come fare le opere pubbliche — prima di volare in Regione. Il secondo: sul contratto di vendita del terreno di Tor di Valle pende il giudizio del tribunale fallimentare, che ha fissato una nuova udienza stamattina, ma la sentenza è ancora lontana.