Aveva detto Tevez prima della partita, senza tanti giri di parole: “Se vinciamo noi, è scudetto”. La Juve ha pareggiato, e come minimo è uno scudettino. Il quarto di fila. Resta il più nove in classifica, che diventa in realtà più dieci per via degli scontri diretti a favore dei bianconeri. Roma stesa a lungo, e calcisticamente calpestata, superata, ma non piallata, anche se per un’ora non c’è stata mai partita. I giallorossi si sono svegliati solo nel finale, trovando con la forza dei nervi il pareggio con Keita, dopo una splendida punizione dell’Apache in stile Pirlo. La Juve ha messo quasi del tutto le mani sul suo quarto titolo consecutivo, nei fatti: a questo punto manca solo la ceralacca del notaio, nelle prossime giornate, con l’aritmetica di supporto. Quando sarà, sarà. Il pareggio rallenterà i conteggi, ma tendenzialmente il finale del film appare incanalato, a meno di clamorosi ribaltoni al momento non giustificati, e tutto fuorché preventivabili. Se però la Juve ha una colpa, è aver tirato troppo i remi in barca al dunque, sull’1 a 0, nel finale di partita.
I GOL – La cronaca della partita è a lungo una minestra senza molto sale, anche se la pietanza bianconera è funzionale, efficace e vincente. Presente pure un drone, per le riprese tv. Ma lo show dormicchia, appisolato vicino a un palo di una porta. Nel primo tempo esiste una sola squadra, o quasi. La Roma, che pure avrebbe dovuto ragionare, intervenire e agire per cercare di conquistare a tutti i costi la vittoria, sceglie la strada più lunga, complicata e tortuosa per provare a portare in porto il risultato. Manovra lenta, nonostante il tridente Gervinho, Totti, Ljajic, con Keita a sorpresa al fianco di De Rossi in mediana. E palle perse in quantità industriale in ogni reparto, dando pure la sensazione di essere in difficoltà psicologica e atletica, non solo tattica. Per i bianconeri, più sciolti e oggettivamente più sereni nella testa, basta poco per sfondare più volte in contropiede, sfiorando il vantaggio con Vidal e Tevez (due diagonali a lato all’inizio e alla fine del primo tempo), ma soprattutto con… Manolas: che al 22′, sull’ennesima ripartenza di Pereyra, tra i più attivi, devia in angolo in anticipo su Morata, rischiando un clamoroso autogol. Allegri lascia Pogba in panchina per precauzione, Pirlo è ko, in compenso Vidal è riuscito a recuperare dal dolore alla schiena. Bianconeri col 3-5-2, di conseguenza: e pure il ritorno al vecchio modulo non è un ostacolo per la pressione dominante della Juve. Sembra che la vittoria sia più utile ai bianconeri che ai giallorossi. Garcia non trova il bandolo della matassa, Buffon sonnecchia pure lui, come lo spettacolo: così così. E respira pure Orsato: nessun problema particolare per l’arbitro, a differenza delle polemiche impetuose dell’andata. Ma a ‘sto giro si era anche cominciato con un affettuoso saluto tra Garcia e Allegri, nel prepartita: un segnale di sportività. L’unico vero sussulto romanista affonda in un retroscena dell’intervallo: battibecco tra De Sanctis e Manolas, uscendo dal campo. La Juve ride.
SORRISI – Ride, e impreca. Perché a inizio ripresa Vidal ha davvero sul piede la palla dell’1 a 0, ma il suo diagonale finisce fuori veramente di un soffio. E’ l’ennesima spia di un predominio bianconero che non si ingrigisce, col passare del tempo, ma viene persino favorito, suo malgrado, da una Roma imballata e rinunciataria, incapace di agire, stanca e vuota nella testa. E dal 17′ pure in dieci uomini: espulso Torosidis per doppia ammonizione, la seconda dopo uno sgambetto su Vidal lanciato in solitudine ai limiti dell’area da Tevez (ma involontariamente, senza aver visto il cileno, sostiene il giallorosso). E’ l’azione che spacca il match: la punizione di Tevez. In stile Pirlo. E la botta in pieno volto sveglia la Roma: certo, da quel momento i bianconeri cominciano a rilassarsi e ad arretrare il baricentro. Una colpa. Testata pericolosa di Manolas, respinta da Buffon in tuffo. Raffica di cambi. Roma avanti coi nervi. E pareggio in mischia con Keita, di testa. Ma cambia poco per la Roma. Lo scudettino è già della Juve, in attesa di quello vero, notarile.
Fonte: Tuttosport.com