(F. Magliaro) L’ultima traccia del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle risale al post Roma-Juvenuts, quando il patron giallorosso, James Pallotta,interpellato da un reporter della Associated Press, ammise un «lieve ritardo dovuto alle procedure burocratiche che coinvolgono Comune e Regione».
In realtà, al momento, si aspetta. Liquidata la delibera che sancisce da parte del Campidoglio il «pubblico interesse» alla costruzione dell’opera – pur con consistenti varianti rispetto al progetto inizialmente presentato – pochi giorni prima di Natale, la palla ora è in mano al partner italiano di Pallotta, il Gruppo Parnasi, che dovrà predisporre e presentare i progetti definitivi dell’opera. Opera che prevede non solo lo Stadio vero e proprio – da 52.500 posti a sedere ampliabile a 60.218 nelle grandi occasioni – ma anche una serie di costruzioni ad esso collegate (aree commerciali, torri, parcheggi) e le opere pubbliche.
Dopo un lungo tira e molla, il Campidoglio ha spuntato la diramazione della metro B, da Magliana a Tor Di Valle, l’adeguamento di via del Mare/via Ostiense, ponte pedonale sul Tevere, svincoli vari. Da Natale ad oggi, però, tutto appare fermo. Mentre il sindaco Marino, ogni volta che gli si chiede dello Stadio, ribadisce un granitico ottimismo sui tempi strettissimi per avviare i cantieri entro quest’anno, dopo due mesi abbondanti dall’approvazione della delibera non si vede l’ombra di un solo tecnico al lavoro sul terreno. Preliminari e obbligatori alla progettazione definitiva, infatti, sono i sondaggi geologici ma, ad oggi, non risulta pervenuta al IX Municipio, competente per territorio, la comunicazione di avvio dell’attività di rilevazione geologica.
A termini di legge, Parnasi non ha vincoli temporali per predisporre i progetti definitivi con «rango da gara europea», quindi a livello di dettaglio massimo per le opere pubbliche (Stadio, metro, viabilità). Redatti i progetti, questi dovranno essere depositati in Comune che, dopo un sommario esame, li dovrà «girare» alla Regione, la quale, a quel punto, convocherà la Conferenza di Servizi decisoria la quale, entro 6 mesi, dovrebbe dare l’eventuale via libera definitivo all’opera. In realtà, i termini non sono così perentori: la Conferenza dovrà acquisire fra i documenti, anche le Valutazioni di Impatto Ambientale di ogni parte significativa del progetto, che, per legge, hanno iter piuttosto lunghi (6/8 mesi). L’agognata approvazione definitiva, quindi, se avverrà, potrebbe non essere così immediata.