(A. Austini) L’ennesimo pareggio stavolta va bene alla Roma. Finisce uno a uno il primo atto del derby italiano di Europa League, risultato identico alla sfida di campionato ma che fa molto più felice Garcia rispetto a Montella. Per il vantaggio accumulato in vista del ritorno di giovedì prossimo all’Olimpico e per come è maturato in una gara inizialmente stregata sul fronte romanista.
SENZA PUNTE – Se a Napoli Higuain è il mattatore assoluto, al Franchi non c’è nessun centravanti in campo: Garcia non ha Totti e Doumbia è ancora impresentabile, Montella si ritrova senza Gomez, non può utilizzare Gilardino in Europa e Babacar è pronto solo per giocare gli ultimi dieci minuti. Da una parte il ruolo di «nove» lo fanno a turno, in teoria, Iturbe e Ljajic, con Florenzi esterno a destra, dall’altra Salah-Ilicic compongono la coppia d’attacco. L’esclusione di Gervinho a favore di Florenzi ha una doppia spiegazione: l’ivoriano non è più lui ed era arrivato il momento di fermarlo, anche per dimostrare al gruppo che sono tutti uguali, il romano riportato nel tridente offensivo sulla carta garantisce un maggiore equilibrio. Per Pjanic invece la seconda esclusione di fila nell’undici titolare, ma durerà poco per l’infortunio di De Rossi.
ECATOMBE – Che non sia una stagione positiva s’è capito da un pezzo. Nella prima mezz’ora di ieri un concentrato di problemi per confermarlo: De Rossi si fa male alla caviglia mentre regala palla ai viola e arriva il vantaggio firmato Ilicic. Poi resta in campo e rischia la frittata bis prima di chiedere il cambio. Subito dopo tocca a Manolas lasciare il posto all’impaurito Astori: continua la sequela infinita di infortuni, a fine anno qualcuno dovrà pagare il conto. In più Nainggolan, già squalificato per Roma-Samp di lunedì, ha la buona idea di farsi ammonire per un fallo piuttosto inutile che gli farà saltare anche la gara di ritorno in Europa. Montella piange per Pizarro: la coscia lo tradisce di nuovo e deve entrare Mati Fernandez.
IMPAURITI – La Roma ha lo stesso approccio molle delle ultime partite. Lenta nella manovra, senza attaccanti in area né inserimenti dei centrocampisti, con i terzini troppo timidi e impaurita in difesa da una Fiorentina senza punte. I primi sussulti sono tutti viola e quando De Rossi consegna il pallone a Salah arriva l’inevitabile condanna di Ilicic (portato in Italia da Sabatini… ) che battezza Skorupski sul suo palo. Le due sostituzioni precoci confondono ancor di più le idee di una squadra in chiara difficoltà. E la Fiorentina ne approfitta troppo poco, concedendo alla Roma di riordinarsi e sfiorare il pareggio in coda al primo tempo: clamoroso l’errore di Ljajic a porta vuota.
L’EX GENEROSO E IL PROFESSORE – Dopo qualche rischio nell’area romanista, il serbo fa un altro favore alla sua vecchia squadra dagli undici metri. Reduce dall’errore di Genova si ripresenta lui sul dischetto dopo il fischio (al limite) dell’arbitro spagnolo Lahoz che non se la sente di espellere anche Neto, poi bravo a respingere il rigore di Ljajic. Un’altra mazzata psicologica per la truppa di Garcia a cui non sembra andarne bene una. La barca sta affondando? Ci pensa ancora Keita, migliore in campo e uomo della provvidenza. Come contro la Juve, con la Roma a un passo dal baratro, segna un altro gol di testa stavolta su corner, pesante in chiave qualificazione.
PROSPETTIVE – Detto che il risultato è giusto ma non garantisce affatto il passaggio ai quarti, i problemi dei giallorossi sono tutt’altro che risolti. La difesa del secondo posto rimane «l’obiettivo primario» come ricorda Garcia. Gli uomini e le forze per raggiungerlo sono sempre di meno.