(L. Valdiserri) Freak Antoni, il guru degli Skiantos, diceva: «Non è vero che toccato il fondo si può soltanto risalire. Io mi sono trovato a scavare». È una frase perfetta per la Roma che, contro la Sampdoria pilotata alla grande da Sinisa Mihajlovic, affonda tra i fischi del suo pubblico, che non la vede vincere in casa dal 30 novembre 2014 e che, dopo essersi tanto lamentato dei continui pareggi, scopre che c’è anche qualcosa di peggio. Non è soltanto la prima sconfitta casalinga dei giallorossi, è un crollo nel gioco e nei risultati, con la Lazio che adesso è a un solo punto di distacco, dopo averne recuperati 11 nelle ultime 5 giornate. Non c’è più attacco, il centrocampo latita e la difesa rimpiange il prestito di Romagnoli alla Samp: due gol segnati tra Parma, Verona (1), Juve (1), Chievo e Sampdoria; Gervinho e Iturbe peggiori in campo; Totti mandato in campo con un solo allenamento nelle gambe e Ljajic (8 gol in stagione, come gli altri tre messi insieme) lasciato in panchina; Keita espulso e Pjanic diffidato e ammonito per rendere difficile anche la trasferta di Cesena domenica prossima.
Ora l’Europa League
Per chiudere la stagione al secondo posto ci vorrebbe un miracolo e giovedì sera, in uno stadio che non promette niente di buono, ci sarà il ritorno degli ottavi di finale di Europa League contro la Fiorentina. Difficile dire come la Roma potrà affrontarlo. Il calcio non è una scienza esatta, ma questa sembra essere l’unica vera speranza per i giallorossi. Quello che si vede in campo lascia poche illusioni.
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