(M. Ferretti) – Dove eravamo rimasti? Ah, già: ai fischi (tanti) piovuti sulla Roma al termine della partita contro la Sampdoria. E da dove si è ripartiti? Dai fischi (non tanti, ma zero applausi) al momento dell’ingresso in campo della squadra per il riscaldamento. La serata, poi, si è chiusa con un’altra, pesantissima contestazione. Una Roma che non aveva neppure in panchina uno dei suoi tre rinforzi (?) invernali, Doumbia, Spolli e Ibarbo. Già, il mercato di gennaio che, essendo stato completamente sbagliato, chiama in causa direttamente chi l’ha fatto, cioè il ds Walter Sabatini. Un Sabatini che nel post partita ha detto un sacco di cose e tante altre le ha fatte intuire; tipo, le sue dimissioni a fine anno. «Noi siamo responsabili di questo gruppo, del quale io sono tutt’ora orgoglioso, anche se sta attraversando un periodo nefasto. A noi tocca il compito e la forza di proteggere la squadra e di combattere per centrare l’ultimo obiettivo che ci rimane. Il livello di guardia determinato dai risultati era stato già superato da tempo, non c’era bisogno di perdere due partite di fila, ma quello che dobbiamo guardare è l’impegno della squadra, penalizzata e colpita da alcuni episodi. Poi, però, è anche il caso di pensare alle responsabilità, isolarle, capirle e condividerle. La squadra, stavolta in particolare, ha scontato gli errori che ho commesso io. Ne dovrò prendere atto. Li ha scontati la squadra e anche l’allenatore». E poi. «Ho fatto un errore esiziale a gennaio. La Roma aveva bisogno di essere rafforzata in attacco e le scelte, che ho fatto io, non hanno prodotto risultati. E contro la Fiorentina, più che in altre occasioni, ne abbiamo pagato la mancanza. Dovrò tener conto degli errori che ho fatto. Rimpianti anche per Salah? Il Salah di adesso è da rimpiangere. È un altro errore che ho fatto, me li devo ascrivere tutti. La responsabilità è esclusivamente mia».
IL FUTURO – E ancora. «E’ facile autodenunciarsi senza effetti secondari. Quello che ho detto varrà in futuro. Non adesso perché nessuno scappa, e oggi sarebbe una fuga, perché dimettersi significa scappare, e io non sono abituato a farlo. Ma nei prossimi mesi dovrò pensare alle conseguenze e ai motivi per cui la squadra ha perso punti». Chiaro, il riferimento a quello che verrà o che potrebbe accadere a fine stagione: Sabatini, sussurrano indiscrezioni, da giorni sta pensando a lasciare il suo incarico dopo la conclusione del campionato, e la sua uscita di ieri sera sembra dar corpo a tutte le voci che sono circolate a Trigoria e dintorni. Andar via magari dopo aver fatto il mercato? qualcuno gli chiede. «E’ un’ipotesi intrigante», la risposta del ds.