(A. Catapano) – Più che i tempi (comunque dilatati fino al 15 giugno, nuova deadline per la presentazione del progetto esecutivo), preoccupano i soldi. E non è una buona notizia. L’ottimismo di facciata, che anche ieri ha vestito l’incontro in Campidoglio tra il sindaco Marino («L’obiettivo resta posare la prima pietra nel 2015») e il braccio destro di Pallotta Mark Pannes («Non esistono problemi»), convince sempre meno. Detto brutalmente, lo stadio della Roma che dovrà sorgere a Tor di Valle ha bisogno di trovare subito circa 500 milioni di euro, altrimenti perfino lo studio di fattibilità che il 22 dicembre scorso ha ottenuto l’ok dell’Assemblea capitolina farà fatica a diventare progetto esecutivo. E, quindi, a ottenere dal Comune la conferma dell’«interesse pubblico», senza il quale l’opera muore prima di nascere.
ATTENZIONE I 500 milioni sono il budget previsto per lo stadio, le opere pubbliche interne (parcheggi, etc…) e strategiche (prolungamento della metro, ponte pedonale, collegamento con la Roma- Fiumicino, etc…), che il Comune vuole si facciano subito, prima delle altre inserite nel progetto (business district e centri commerciali), considerate, invece, prioritarie dalla Roma e dal costruttore Parnasi. Da un paio di mesi le parti sono ferme su questo snodo, ma ieri Marino è stato chiaro: se il progetto esecutivo non prevederà la «road map» (con relativa copertura economica) suggerita dal Comune, addio al bollino di «pubblica utilità », quindi al progetto.