Nelle ultime ore si è parlato molto di quello che è accaduto giovedì sera al termine di Roma-Fiorentina con i giocatori giallorossi chiamati dalla Curva Sud per un confronto e per far sentire a loro la rabbia dei tifosi dopo l’ennesima delusione stagionale. E’ di ieri la notizia che l’Osservatorio, a margine della riunione proprio con una delegazione del club capitolino e gli organi delle Lega e della Federcalcio, abbia consigliato a quest’ultima di inserire delle sanzioni che impediscano alle squadre di andare sotto la propria Curva per parlare con i propri tifosi. Di questo ha parlato Lorenzo Contucci, avvocato penalista, che da sempre si occupa di questioni riguardanti il tifo romanista (non ultimo il caso del trattamento riservato ai tifosi giallorossi in quel di Rotterdam dalla polizia olandese) ma non solo. Di seguito le sue parole:
Si è parlato tanto di quello che è successo giovedì sera al termine di Roma-Fiorentina. Tu cosa ne pensi?
Non c’è stato nulla di clandestino nel confronto sotto la Curva Sud nell’incontro incontro di giovedì sera. E’ stato tutto alla luce dei riflettori, non si trattava certo di una riunione carbonara o illegale. E’ stata una protesta senza dubbio forte la cui origine risiede nelle false promesse che la società e i giocatori hanno fatto ai tifosi creando in loro delle aspettative che puntalmente sono state deluse. Senza dubbio è stato un confronto aspro, ma si sa lo Stadio è un luogo ben diverso da un teatro o da un cinema. Dobbiamo dire che quel confronto ha evitato guai peggiori, perché gli assalti agli spogliatoi e agli alberghi dei giocatori non sono certo un fenomeno dei giorni nostri, ma risiede nella notte dei tempi. Io penso che sia stato corretto fare questo confronto perché ha rappresentato anche un modo per stemperare la tensione che c’era in Curva. Certo, nel momento in cui la Lega e la Federcalcio inseriranno una regola che vieterà ai giocatori di andare sotto le Curve per parlare con i propri tifosi sarà un altro paio di maniche. Se dovesse succedere questo, consiglierei anche alla Federcalcio di inserire delle sanzioni anche per quei presidenti, dirigenti o giocatori che ad inizio campionato promettono traguardi o cose che non possono realizzare, anche perché la maggior parte delle proteste dei tifosi nascono da aspettative deluse. Confermo che non ho visto nulla di strano, chi ha vissuto un minimo il calcio sa che scene di questo genere rientrano proprio negli schemi di questo sport
Il problema è allora che chi è chiamato a giudicare queste situazioni non è mai stato in qualche modo vicino al calcio?
Coloro che sono chiamati ad analizzare determinate situazioni legate al calcio, sono delle persone che ormai da anni stanno tentando di stravolgere il concetto di spettatore allo stadio. Loro vogliono solamente degli “yesmen” che consumano e basta. Va da sé che ogni espressione spontanea del tifoso è, per loro, da censurare e non è ammissibile. Quello che si è visto giovedì sotto la Curva Sud è accaduto ed accade anche nelle civilissime Svezia e Germania (esempio lampante quello del Borussia Dortmund). Dovunque, ancora oggi, il calcio è uno spettacolo popolare e spontaneo. La differenza con il nostro paese è che nelle altre nazioni, come la Germania, il tifoso è sacro anche perché in parte proprietario del club per cui fa il tifo. In Italia il tifoso è l’ultima ruota del carro e deve solamente subire passivamente, qualsiasi cosa possa accadere. Il tifoso che critica deve essere cancellato, soppresso.
Come giudichi il consiglio dell’Osservatorio alle squadre di non andare più sotto la curva, e a Federcalcio e Lega di inserire una regola che punisca chi si “macchierà” di questi atteggiamenti?
L’osservatorio entra da sempre a piedi uniti nel mondo del calcio, con il solo effetto di svuotare gli stadi, come testimoniano i numeri delle presenze degli impianti sportivi in serie A. Il suggerimento che l’Osservatorio sta dando alla Lega e alla Federcalcio di prendere provvedimenti contro chi andrà sotto la curva a parlare con i tifosi, entra in quel gruppo di decisioni che stanno distruggendo la parte più sana del calcio e cioè i tifosi. Lo abbiamo visto anche nell’occasione della partita con il Feyenoord qui a Roma: le nostre istituzioni non sono più abituate a gestire un gran numero di gente perché la tendenza è solo volta al divieto. Quel giorno è stato come mandare un vigile urbano di provincia a gestire il traffico nella piazza principale di Bombay o di Nuova Delhi.
Le parole di Tavecchio che ha parlato di “trattativa” tra giocatori e tifosi, diversi articoli, apparsi sui maggiori quotidiani italiani, che hanno condannato quel confronto sotto la Sud: che cosa pensi di queste così nette prese di posizione?
Purtroppo queste dichiarazioni e questi articoli vengono da persone che non hanno mai vissuto veramente uno stadio o una curva. Sono semplicemnte lo specchio di un modo di pensare che rifiuta lo stadio e i tifosi anche come semplice aspetto sociale. Tutto questo rientra sempre in quel disegno che vuol eliminare la passione delle curve e “normalizzare” il tifoso togliendogli ogni possibilità di espressione
Le parole di De Sanctis domenica sera?
Io credo che lui abbia parlato più da rappresentante dell’Associazione calciatori che da giocatore dela Roma. Certo avrebbe potuto risparmiarsi qualcosa perché è stato un semplice momento di confronto, fermo restando che anche lui avrebbe potuto benissimo rifiutarsi. E’ chiaro poi che in uno stadio è tutto più amplificato e i tifosi esprimono i loro pensieri in maniera forte ed esplicita.
Fonte: romadailynews.it