(C.Santi) – Adriano Panatta, 65 anni il prossimo luglio, è, insieme a Nicola Pietrangeli, il tennista più famoso d’Italia. Con il rivale lo divide la fede calcistica: giallorosso Adriano, biancoceleste Nicola. Una partita, anzi un derby, quella di sabato all’ora di pranzo speciale dove si spera che sia solo l’aspetto tecnico,quello del campo, a farla da protagonista.
Adriano, sarà allo stadio Olimpico per godersi lo spettacolo?
«No, ed è da molto che non vado allo stadio: preferisco rimanere a casa davanti alla tivù».
Che partita sarà questa Roma- Napoli?
«A sfidarsi ci sono due squadre bizzarre. Possono fare, entrambe, una grande partita. Difficile indicare un pronostico con due rivali così, aperte ed incerte. Sono due formazioni che si equivalgono».
Perché non hanno un rendimento costante?
«Perché non sono la Juventus, costruita con grande qualità nei giocatori. Roma e Napoli, invece, hanno altri e bassi».
Roma-Napoli ha dentro la ferita ancora aperta della morte di Ciro Esposito.
«Speriamo che tutto quello che è accaduto un anno fa sia sopito. Di tutto quello che accade intorno al calcio con gli ultras non se ne può proprio più. Nella vita di tutti i giorni abbiamo già tanti problemi. Lo sport, e il calcio, deve essere un momento di serenità, da vivere in maniera diversa. Basta violenza se si vuole continuare a gioire con lo sport».
Secondo lei, chi saranno i protagonisti della partita?
«Credo che il Napoli non può non avere in Higuain il leader. Per la Roma vorrei che fosse Totti ma non so se il capitano ci sarà. Allora mi auguro che sia Pjanic il campione».
La Roma aveva cominciato nel modo migliore il campionato, poi si è spenta. Perché, secondo lei è accaduto questo?
«Nello sport spesso è facile che si rompa l’incantesimo. Ci sono dei cicli, dei momenti in cui tutto va bene ed altri nei quali non riesce nulla. Ecco, gli alti e bassi di cui parlavo prima. Certo, posso solo giudicare da fuori, da appassionato e da tifoso perché non conosco esattamente quello che accade all’interno. Ma credo che tutto si risolverà al più presto e la squadra di Garcia tornerà a volare come all’inizio del campionato».
Massimiliano Rosolino, campione olimpico nei 200 misti ai Giochi di Sydney 2000, 60 medaglie internazionali in carriera, 36 anni, napoletano di nascita e di fede calcistica, parla della sfida di sabato. «A Roma abito vicino all’Olimpico – racconta Massi – ma non ci andrò. Ho paura, non mi vergogno a dirlo».
Roma-Napoli è, sul campo, una partita molto importante per la classifica.
«Vale il podio del campionato. Il Napoli se la deve vedere su tre fronti, campionato, Coppa Italia ed Europa League. Adesso bisogna cercare di essere forti anche se giochiamo fuori casa».
Magari cercando di evitare gli errori commessi con Verona e Atalanta, vero Massimiliano?
«Nelle ultime partite abbiamo subito dei gol che potevano essere evitati. Con il Verona addirittura due… Basta errori così»
Chi saranno, secondo lei, i protagonisti di questo derby del sole?
«Higuain, che è tirato a lucido, ma anche gli altri senza dimenticare la difesa che non deve impantanarsi perché con la Roma si rischia in un attimo. Per la Roma attenzione a Pjanic».
Nel passato Roma-Napoli ha visto giocare tanti campioni. Chi ricorda di più delle due squadre?
«Per il Napoli è semplice: Maradona. Chi meglio di lui? Per la Roma io ricordo Batistuta ma i giallorossi sono soprattutto Francesco Totti».
Ha detto: non vado allo stadio, ho paura. Perché?
«Certe volte gli incidenti tra fazioni opposte nascono non per questioni di sport. Il calcio è un pretesto. Non è possibile che in altri sport, parlo del rugby che vince poco con la nazionale, lo stadio è sempre pieno e ci si va con serenità. E in quelle occasioni ci si diverte senza avere timore».
Un anno fa, qui a Roma prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina c’è stato l’agguato a Ciro Esposito.
«Quella volta c’ero, all’Olimpico. Mi auguro che una vicenda così atroce non capiti più».
C’è un appello che si può fare in questo momento ai tifosi?
«Gustatevi la partita fino all’ultimo minuto, non andate via prima dallo stadio e non fate quelle scene davvero deplorevoli. Qualcuno deve vincere anche se è una partita alla pari tra due grandi squadre».