(C.Zucchelli) – Tre vittorie nel 2015, tre vittorie fuori casa. Il Friuli come il Sant’Elia e il Manuzzi, tre specchi di una squadra che fatica a riconoscersi tra le mura amiche, davanti ai propri tifosi e che, se non dovesse battere il Napoli sabato, dopo i record della passata stagione se ne appunterebbe un altro, stavolta poco onorevole. Perché finora sono 7 le partite in casa senza vittorie (sei pareggi e una sconfitta), come nel 1992-1993 e arrivare a 8, come mai successo finora, è qualcosa che tutti a Trigoria vogliono evitare.
IL COLLOQUIO Lo vuole soprattutto Rudi Garcia, che ieri ha parlato brevemente con i suoi incitandoli a dare il massimo. L’allenatore talmente certo che alla sua Roma avrebbe fatto bene la vicinanza dei tifosi da chiedere, come prima cosa, che la sua panchina diventasse quella dal lato curva Sud. «La nostra gente ci deve dare spinta e forza», disse Garcia, che adesso, 20 mesi dopo quella richiesta, si ritrova tra le mani una squadra smarrita, che soffre la pressione dello stadio e dei suoi tifosi e che preferirebbe giocare altre cento volte al Manuzzi piuttosto che ritrovarsi ancora all’Olimpico.
DA NATALE A PASQUA Sono trascorsi 4 mesi interi dall’ultimo successo casalingo della Roma, era il 30 novembre, per il calendario ancora autunno: è passato l’inverno ed è arrivata la primavera, lo scudetto ha preso inesorabilmente la strada di Torino, le coppe, nazionali ed europee, sono state già archiviate. Dei giocatori presenti quella sera, tra 11 iniziale e panchina, Maicon passa più tempo dal dottore che in campo, Keita e Gervinho sono infortunati, Somma, Emanuelson, Borriello e Destro sono a cercar fortuna altrove e Strootman fa i conti con un nuovo infortunio. Garcia, invece, è sempre al suo posto, anche se la panchina è meno salda rispetto a 4 mesi fa.
POCHI MA BUONI? Così come è ovviamente meno salda la fiducia che i tifosi nutrono nella squadra. Contro l’Inter c’erano oltre 41mila spettatori, contro la Samp poco più di 33mila e sabato, tra limitazioni, divieti e risultati, la cifra rischia di essere più o meno la stessa. Impensabile, fino a qualche settimana fa, considerando che Roma-Napoli è l’ultimo big match che la squadra giocherà all’Olimpico. C’è il derby alla penultima, è vero, ma in quel caso sarà la Lazio a essere padrona di casa e quindi difficilmente si registreranno numeri importanti contro Atalanta, Genoa, Udinese e Palermo. Sui forum dei tifosi giallorossi e sui social network nei giorni scorsi si parlava molto della scarsa affluenza di pubblico: quelli che vanno sempre allo stadio se la prendevano con i cosiddetti «occasionali, che si fanno vedere soltanto quando le cose vanno bene», gli altri ribattevano che «vista la Roma attuale, meglio risparmiare». Verità o leggenda? Di certo, la curva Sud sarà piena come al solito, il resto dello stadio, al grido di «pochi ma buoni», presenterà comunque ampi spazi vuoti. Non è detto però che sia un male: quando le cose girano per il verso giusto uno stadio pieno ti spinge oltre ogni limite, quando non vanno può essere una condanna. Alla Roma il compito di invertire la tendenza, per non complicare ancora la corsa alla Champions e le altre 5 partite da giocare all’Olimpico. Considerando che una è il derby, un rischio che sarebbe meglio non correre.