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IL TEMPO La Curva Sud contro la madre di Ciro

Striscione Ciro
Striscione Ciro

(E. Menghi) Le parole velenose hanno sostituito coltelli e proiettili, ma non hanno reso meno brutta la giornata di Roma-Napoli, una partita che dopo la morte di Ciro Esposito difficilmente riacquisirà i crismi della spensieratezza. Fuori dall’Olimpico stavolta non è successo nulla, gli oltre mille agenti schierati per garantire sicurezza in occasione di un match ad alto rischio hanno trascorso un sabato tranquillo, perché le misure preventive hanno evitato i contrasti tra le due tifoserie nemiche. È più semplice quando una delle due di fatto manca, visto che la trasferta è stata vietata e solo 19 tifosi napoletani non residenti in Campania hanno acquistato il biglietto per il settore ospiti, la cui apertura è stata ordinata dal Gos. La Roma ha deciso all’ultimo di tenere chiusa la curva Nord, dopo aver visto la carenza di richieste. Persino in Sud qualche seggiolino è rimasto vuoto.

Eppure, il settore che rappresenta il fulcro del tifo romanista si è reso comunque protagonista, con cori ma soprattutto striscioni insultanti. Nel mirino la mamma di Ciro, Antonella Leardi, rea – secondo la curva – di trarre profitto dalla morte del figlio. «Che cosa triste, lucri sul funerale con libri e interviste» e «C’è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità. Signora De Falchi onore a te», «Leardi taci» le scritte pesanti rivolte a una madre in lutto, che proprio all’Olimpico, tre giorni prima della partita, ha presentato un libro per ricordare il figlio. «Dopo il libro, il film», l’inopportuna ironia della Sud, che ha poi esposto un altro striscione: «Daniele con noi». Quel Daniele sarebbe De Santis, l’ultrà giallorosso che ha ferito a morte Esposito. Ad accompagnare la lenzuolata (compresa la scritta: «Parli d’infamia, ma l’arte del pentirsi nasce nella tua città»), applausi e soliti cori in cui si invita il Vesuvio a «lavare col fuoco» i napoletani. Ma stavolta si è andati oltre. E la polizia vuole fare giustizia. Le autorità impegnate nella sicurezza dello stadio, sotto il coordinamento della Questura di Roma, hanno infatti visionato i filmati per identificare gli autori delle scritte non autorizzate. Si tratta di una violazione del regolamento d’uso e chi ha concepito gli striscioni rischia la denuncia, mentre il contenuto sarà analizzato dal giudice sportivo su segnalazione della Procura Federale che, visto il clamore dell’episodio, si è già attivato. Palazzi riflette sulla possibilità di giudicare come «incitamento alla violenza» alcuni degli striscioni.

La Roma dovrebbe essere solo multata, il codice di giustizia sportiva non prevede, infatti, la chiusura di un settore o dell’intero impianto in questi casi (la Juve se la cavò con 25mila euro di sanzione per i messaggi insultanti la memoria di Superga), cosa che invece auspicava l’avvocato Angelo Pisani. Ma non si può escludere a prescindere che la Sud possa essere punita di nuovo, come già accaduto quest’anno in seguito al derby d’andata su inputo del Viminale. «Le autorità – ha dichiarato il legale della famiglia Esposito – non siano complici del male. Chiediamo di squalificare l’Olimpico e che siano puniti uno ad uno gli autori di vergognosi e subdoli messaggi disumani». La signora Leardi si è sentita ferita dagli striscioni: «Fa male sentir dire cose orribili su un figlio che si è perso. Chi ha scritto quelle cose non sa neanche lontanamente cosa significhi. Affido i responsabili di quegli striscioni nelle mani di Dio, affinché possa cambiare il loro cuore».

Nel settore ospiti, e qualche ora prima a Saxa Rubra, punto di raduno dei partenopei, è stata esposta una scritta che le avrà fatto sicuramente più piacere: «Ciro x sempre». Così come avrà gradito le parole del ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Alcuni facinorosi vogliono alimentare la rivalità tra tifoserie attaccando la nobile iniziativa di Antonella. Ma la società civile è con lei». E quelle del sindaco di Roma Marino: «Condanno fermamente il gesto, dal quale sono sicuro che la maggioranza dei tifosi giallorossi si dissocerà rapidamente». Pe ril sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, si è trattato di «un attacco inaccettabile, vergognoso ed ingiurioso nei confronti di una città e di un popolo». Un presidio di agenti di polizia era stato predisposto all’ingresso del Ciak Village di Tor di Quinto, lì dove meno di un anno fa Ciro fu ferito a colpi di pistola e dove ora si trovano una sciarpa del Napoli, una poesia e un mazzo di fiori appassiti.

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