(M.Izzi) – Veramente saturo di eventi il trimestre che ci apprestiamo a ricordare. A partire dal 4 luglio, data che segna l’investitura ufficiale di Roberto Cappelli a presidente dell’AS Roma. Cappelli, nel cda della Roma sin dall’11 novembre 2008, succede così a Rosella Sensi, segnando un’altra tappa fondamentale nell’epocale transizione societaria vissuta nel 2011 che sarà destinata a completarsi alla fine di settembre con l’ascesa alla carica presidenziale di Thomas DiBenedetto. Se sul fronte societario non mancano le novità di rilievo, dal punto di vista del calcio mercato, quella del 2011 è un’estate pirotecnica. Le prime novità, arrivano il 9 luglio, portate dal volto e dalla voce leggendaria di Daniel Alberto Passarella. E’ infatti il capitano della nazionale Argentina Campione del Mondo del 1978, in qualità di presidente del River Plate, ad annunciare, all’uscita dello studio Tonucci, a due passi da Piazza del Popolo, che Erik Lamela è ormai un calciatore dell’AS Roma. Walter Sabatini, commenterà così il felice esito della trattativa: «Abbiamo chiuso per una cifra importante. Ne vale la pena, si tratta di un calciatore di grandissime prospettive che ha già fatto vedere cose importanti. Se un ragazzo così giovane si esprime a questi livelli in una squadra come il River Plate, possiamo stare tranquilli». Con nel carniere questo primo importante colpo, la Roma, dal 15 al 26 luglio sostiene il ritiro a Riscone di Brunico. Accanto ai tanti ricordi legati all’era della grande Roma di Liedholm, le cronache forniscono un fiume di notizie sui metodi d’allenamento di Luis Enrique e sulla sua meticolosa ricerca di veicolare una nuova filosofia di gioco. E’ sempre in questi giorni che Sabatini sbroglia con grande maestria l’intricata matassa legata alla questione portieri.(…) Quel pomeriggio, per la cronaca, vedrà scendere in campo, dal primo minuto: Lobont; Cicinho, Antei, Cassetti, Taddei; De Rossi, Pizarro, Perrotta, Caprari, Totti (suo il primo gol stagionale), Borriello. Nella ripresa c’è spazio per tanti giovani e, ancora, per Vucinic e Menez. In parole povere, la Roma è ancora un cantiere. Un cantiere che inizia a ribollire il 19 luglio, con l’annuncio dell’acquisto di Jose Angel dal Real Sporting de Gijon. E’ solo l’inizio dei fuochi d’artificio. Il 23 luglio arriva l’ufficialità dell’ingaggio del campione d’Europa Bojan Krkic. Le sue prime dichiarazioni recitano: «Di Barcellona mi mancheranno molte cose: i miei compagni, la città, giocare al Camp Nou, difendere la “camiseta” che ho indossato negli ultimi 12 anni. D’altra parte, a Roma spero di poter recuperare la felicità di giocare a calcio, che avevo perso nell’ultima stagione». Sempre nella giornata del 23 luglio arriva l’accordo con Gabriel Heinze, mentre 24 ore più tardi, Julio Cesar si accasa al Lecce, restituendo a Sabatini piena possibilità di operare per regalare alla Roma un nuovo numero uno. L’obiettivo sarà centrato nella maniera più brillante il 26 luglio, con l’ingaggio di Maarten Stekelemburg, vice campione del Mondo e titolare, sino a quel momento dell’Ajax. Qualche giorno più tardi, nella conferenza stampa di presentazione del calciatore olandese, Sabatini dichiarerà: «E’ stato sempre la nostra prima scelta». Per la Roma, però non c’è neanche il tempo di un brindisi, la giornata, si chiude infatti con il perfezionamento della cessione al Paris Saint-Germain di Jeremy Menez, talento eternamente incompiuto. Gli addii al tempo che fu e alle promesse mai pienamente mantenute, si consumano definitivamente il 29 luglio. La Juventus ha dovuto ingoiare il no del Villareal per Giuseppe Rossi e decide di puntare decisamente su Vucinic. L’affare va in porto tracciando un ulteriore solco tra la Roma del passato e quella attuale. La rifondazione è stata radicale, i tempi per metabolizzarla sono strettissimi, non stupisce che i primi passi della nuova Roma non vengano accompagnati dalla marcia trionfale dell’Aida. Il 12 agosto arriva una sconfitta in amichevole contro il Valencia per 3-0, è un campanello d’allarme che confermerà i timori emersi nell’esordio in Europa League del 18 agosto. A Bratislava, contro lo Slovan, la Roma raccoglierà una sconfitta di misura che si rivelerà letale per il proseguo dell’avventura nella competizione. I problemi non mancano ma ancora una volta vengono affrontati con impegno e investimenti concreti. (…) L’11 settembre si parte con l’amara sconfitta interna con il Cagliari, seguita dai pareggi a Milano con l’Inter (17 settembre) e nella gara interna con il Siena (22 settembre). Quest’ultimo risultato sarà particolarmente duro da digerire per la rete del pareggio ospite giunta a due soli minuti dal termine della gara. Il gol di Vitiello è un’autentica mazzata che fa vacillare l’ ambiente. Nel momento forse più delicato, arriva finalmente il primo successo della gestione di Luis Enrique. E’ il 25 settembre, i nostri fanno visita al Parma. La gara sarà decisa da un gol di Osvaldo: traversone pennellato da parte di Rosi e stupenda elevazione del numero nove che ridicolizza il suo marcatore diretto e mette in rete di testa, per poi esibire il gesto della mitraglia sotto il settore festante occupato dai tifosi della Roma. E’ la prima vittoria di un nuovo ciclo. Il 27 settembre, infine, Thomas DiBendetto assume ufficialmente la carica di presidente