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LA REPUBBLICA In tribuna d’onore con la tessera fasulla. La truffa degli abbonamenti della Roma

Lo stadio Olimpico nel pre-partita di Roma-Cska Mosca
Lo stadio Olimpico nel pre-partita di Roma-Cska Mosca

(F. Salvatore) – Avevano messo in piedi un sistema per vedere la partita della Roma, nella tribuna d’onore dello stadio Olimpico, a prezzi stracciati. Bastava dare nome, data di nascita e una foto. Pagare la cifra richiesta e, nell’arco di un paio di giorni, la propria tessera, targata Figc, era pronta. Poi, dopo essersi fatti accreditare prima delle partite, ci si andava a sedere comodamente sul seggiolino vip e lo spettacolo cominciava. Le tessere, però, erano contraffatte e le entrate allo stadio illecite. I due faccendieri, autori del raggiro, sono indagati per truffa e falso.

A mettere in piedi il business per assistere alle partite della Roma a prezzi stracciati, nella stagione 2010-11, ci hanno pensato due faccendieri romani. Al costo di 500 euro a tessera, in alcuni casi anche di meno, i due sono riusciti a piazzare una serie di card false ad un gruppetto di tifosi. Non dei veri e propri abbonamenti della As Roma ma delle tessere Figc (Federazione italiana giuoco calcio) che permettevano di accreditarsi e ottenere un titolo gratuito per vedere il match. Poco meno di una trentina le persone individuate che, fiutato l’affare, hanno pagato la somma richiesta ai due malfattori e visto Totti e co. correre dietro al pallone in prima fila.

Nei confronti dei due, Bruno C. e Maurizio S., il pm Francesco Saverio Musolino ha chiuso l’indagine con le accuse di falso e truffa. Entrambi, dopo aver realizzato e vendute le tessere, con tanto di ologramma della Figc, avrebbero indotto in errore, indirettamente, gli addetti al rilascio degli accrediti della As Roma. I dipendenti, infatti, non si sarebbero resi conto della falsità delle tessere che venivano consegnate loro dai tifosi infedeli, consentendo loro l’accesso gratuito per le partite casalinghe della Roma. Parti offese nel raggiro sono proprio la Figc e l’As Roma. La prima per essere stata defraudata del proprio logo e la seconda per la mancata riscossione del prezzo del biglietto d’ingresso per alcune partite della squadra giallorossa nell’ultimo anno della presidenza Sensi.

A scoperchiare il sistema è stata una denuncia anonima. Dopo due distinte partite, nel dicembre 2010 e nel febbraio 2011, gli investigatori hanno confrontato i nominativi delle persone entrate allo stadio con l’accredito, con quelle davvero autorizzate. Poi sono stati individuati i possessori delle tessere contraffatte e, quindi, si è risaliti ai due falsari.

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