(A. Pugliese) E il bello è che stavolta potrebbe mettere davvero la freccia. Un po’ come piace a lui, correndo su quella fascia senza mai fermarsi, almeno finché i polmoni vanno e non chiedono un pit-stop. Già, perché se come sembra Rudi Garcia deciderà di riportarlo ancora una volta dietro, come terzino destro, sarà il consacramento di Alessandro Florenzi nel ruolo che gli ha disegnato addosso Walter Sabatini. «Ha tutte le caratteristiche del terzino che spinge: resistenza, velocità e grande tecnica — disse a Palermo il d.s. giallorosso —. Sarebbe un grande investimento per la Roma del futuro se si calasse in questo ruolo». Se dovesse giocare basso domenica a Torino sarebbe la decima volta dal via da inizio stagione. Considerando che in attacco è partito titolare 9 volte (8 a destra, una a sinistra), la freccia è messa.
VERSATILITA’ infinita Tra l’altro, se è vero che la navetta a destra tra il ruolo di terzino e quello di esterno offensivo è andata avanti quasi al limite del mal di testa, è anche vero che la versatilità di Florenzi è senza fine: sei ruoli ricoperti sugli 11 del 4-3-3 di Garcia, con i tre di attacco, quello di terzino destro e l’intermedio di centrocampo, a destra e a sinistra. La dimostrazione di quanto conti su di lui Garcia e di quanto lui, Alessandro, gli risolva più di un problema. «Di lui apprezzo la grande disponibilità e la capacità di sacrificio, qualsiasi cosa gli chiedi lui si mette lì e pedala», ha detto più volte il tecnico francese. Tanto di schierarlo un paio di volte come riferimento centrale in attacco, anche se a partita in corso e nel giro delle rotazioni.
CONFUSO E FELICE Già, qualsiasi cosa gli chiedi lui si mette lì e pedala. È la filosofia di Florenzi, che poi in azzurro, contro l’Inghilterra, di recente ha aggiunto anche un altro tassello alla sua collezione di ruoli: esterno largo, sempre a destra, ma nel 3-5-2. Un’altra chicca per il futuro, un po’ come quando ha giocato sempre lì (anche se ovviamente con compiti e funzioni differenti) a Monaco di Baviera, contro il Bayern, in quel 4-4-2 che Garcia predispose per limitare i presunti danni. «Un po’ sono confuso — disse tra il serio e il faceto dopo Roma-Parma —, chiederò a mia nonna Aurora. Non so più qual è il mio ruolo, ma un “tappabuchi” deve essere sempre disposto a giocare, io mi prendo i pro e i contro di questo ruolo». Con la Roma, quest’anno, la prima volta che giocò terzino destro fu a Mosca, in Champions League, contro il Cska (25 novembre), anche se l’esperimento parte da lontano e affonda le sue radici a Crotone, quando nel 2011-12 Leonardo Menichini lo inventò proprio lì. Lui accolse la novità con stupore, ma poi si dimostrò uno dei migliori nel ruolo.
DE ROSSI A RISCHIO? E poi chissà, dovesse servire a centrocampo Florenzi sarebbe pronto anche per quello. A De Rossi, infatti, ieri è stato riscontrata una microfrattura ad una vertebra. Daniele dovrebbe farcela, anche perché è uno che non si è mai tirato indietro. Ma nel caso dovesse alzare bandiera bianca, Florenzi sarebbe pronto anche per fare il centrocampista, con Nainggolan o Paredes centrali e lui mezzala. Questione di scelte, tutte quelle che garantisce il jolly giallorosso. A Pasqua è stato a Barcellona, girandosi la città in bicicletta. Del resto, lui è uno che dove lo metti pedala…