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GAZZETTA DELLO SPORT Ljajic vuole tornare Ljajic. La Roma ha bisogno di lui

Ljajic
Ljajic

(C. Zucchelli) Ljajic, Cerci, il Torino, la Fiorentina e la Roma, una storia di destini incrociati, di capitali vecchie e nuove d’Italia, di talenti tanto bravi quanto discontinui e di maledizioni da sfatare. Come quelle della doppia cifra, che Ljiaic sta cercando di raggiungere dal 26 febbraio, giorno della sua ultima rete, la nona stagionale, al Feyenoord in Europa League. Sono passati quasi 2 mesi, superati se si considera invece l’ultimo gol in campionato, a Cagliari l’8 febbraio: in una squadra che ha un disperato bisogno delle marcature delle punte, Ljajic cercherà domani di ritrovare la via della rete, per se stesso, per arrivare a quota 10, e per la Roma, aggrappata ora ai colpi dei suoi giocatori con maggior classe.
UN GIRONE FA – Ljajic ne ha da vendere. E non è una novità. La novità, semmai, è che quest’anno, nella prima parte di stagione, aveva trovato una continuità di rendimento che mai aveva avuto in carriera. È già a 36 partite giocate, ma le cose migliori le ha fatte tutte all’inizio, con 6 gol e 2 assist (gli unici) tutti nel girone d’andata. Un rendimento ottimo, iniziato proprio contro il Torino: Ljajic segna, poi si ripete con l’Atalanta (gol e assist), con l’Inter (assist) e realizza una doppietta contro il Sassuolo. È il suo momento migliore, quello che lo certifica a tutti gli effetti come un titolare della Roma di Garcia, tanto da far dire al tecnico che altri giocatori «dovrebbero prendere esempio da lui».

GARCIA E VENTURA – Era ben felice, l’allenatore, dell’esplosione del serbo, su cui aveva lavorato tanto dal ritiro in poi. Sembrava destinato ad andar via, non se ne era fatto nulla per l’assenza concreta di offerte in grado di far vacillare la Roma. Lo voleva il Torino, che già lo aveva cercato in passato quando indossava la maglia della Fiorentina. La trattativa si arenò perché Corvino non voleva privarsi del suo pupillo e i granata virarono su Cerci. Andato via Alessio, Ventura ha fatto proprio il nome di Adem per sostituirlo ma offerte reali a Trigoria non sono mai arrivate, anche perché Ljajic aveva fatto capire che avrebbe lasciato la Roma solo per una squadra di livello pari o superiore ai giallorossi.
POLEMICA – E pazienza se quest’anno di titoli neanche l’ombra, il serbo, che ha riconquistato anche la nazionale, non si è mai pentito della scelta fatta. Anche perché se il rendimento nelle ultime settimane è calato, resta sempre l’attaccante con più minuti in A: 1814, al secondo posto Gervinho con 1682, al terzo Totti con 1396. Non solo: degli 8 gol che ha fatto 7 sono arrivati da dentro l’area, segno che giocare da finto 9 o comunque più vicino alla porta ha dato i suoi frutti. Da qui a fine stagione ha il compito di riprendere la marcia interrotta, senza farsi condizionare dalle voci di mercato (lui e Pjanic sono gli indiziati numero 1 in caso di cessione) e senza farsi condizionare dalle critiche della piazza, che lo accusa di essere poco decisivo. In fondo, anche prima della gara d’andata era stato criticato e la reazione, condita da un’esultanza polemica al momento del gol simile a quella di Pjanic di sabato scorso, c’è stata. E ha portato alla Roma anche parecchi punti. Adesso però Garcia aspetta la replica e aspetta anche il gol, che sarebbe il 3° al Torino in 6 partite. Un bel bottino, per uno che è stato spesso a un passo dall’essere granata. 

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