(G. Piacentini) C’è stato un momento, la scorsa estate, in cui Alessandro Florenzi pensava di non fare più parte del progetto tecnico di Garcia. È stato quando la Roma annunciò l’acquisto di Iturbe, un altro attaccante esterno, proprio il ruolo che il tecnico francese l’anno prima gli aveva cucito addosso. Temendo una riduzione di spazio e considerazione, Florenzi andò a parlare con Garcia, che lo rassicurò. Non mentiva, il tecnico francese, perché delle 41 gare disputate in stagione dalla Roma (29 in campionato, 6 in Champions League, 4 in Europa League e 2 in Coppa Italia), Florenzi ne ha giocate ben 37, da titolare o subentrando: 2 le ha saltate per infortunio (la gara di andata proprio contro il Torino e la trasferta col Feyenoord), una per squalifica (a Cagliari) e una sola volta è rimasto seduto in panchina senza entrare: in Coppa Italia contro l’Empoli.
Una fiducia che Florenzi ha dimostrato di meritare sul campo. La sua storia calcistica ricorda da vicino quella di due suoi predecessori in maglia giallorossa: Damiano Tommasi e Simone Perrotta: spesso sottovalutati da critica e pubblico, ma molto apprezzati dagli allenatori. Rispetto a loro, Florenzi ha il vantaggio di essere ancora più polivalente.
«Può giocare su tutta la fascia destra» ha detto qualche tempo fa Garcia, che ha avuto un ruolo importante nel suo processo di crescita: prima trasformandolo da intermedio di centrocampo in attaccante esterno, poi facendolo giocare con continuità esterno basso da vice-Maicon, come Florenzi aveva fatto durante la stagione trascorsa a Crotone in serie B.
Per alcuni il fatto di essere un jolly buono per tutte le occasioni e di non avere un ruolo definito, rischia di diventare un limite per la carriera di Florenzi. Per altri, al contrario, si tratta di una qualità che, unita all’impegno e all’abnegazione che mette quando scende in campo, lo ha reso un giocatore indispensabile. Del secondo gruppo fa parte il c.t. della Nazionale, Antonio Conte, che lo avrebbe portato volentieri anche alla Juventus, ricevendo però sempre risposte negative da Garcia, che se lo gode e oggi lo manderà in campo dal primo minuto: da terzino, centrocampista o attaccante?