(G. Giubilo) – E meno male che il conto alla rovescia ci conforta. Di finali, adesso, ne rimangono appena otto, non se ne poteva più di sentir ripetere la stessa banalità da tutti gli addetti ai lavori, modificando soltanto la cifra che scalava in omaggio al calendario. Sembra che non abbiano grande consistenza la testa e la coda della stagione. In basso si segue con simpatia il sussulto d’orgoglio del Parma, che ha suscitato una gufata generale, in Italia, a danno delle altre squadre alla canna del gas, troverebbe unanime sollievo una salvezza degli emiliani, ma qui parliamo di miracoli che trascendono il rigore del ragionamento. Per ora, fortemente indiziati Cagliari e Cesena, è archiviato, la Juventus potrebbe perfino consentirsi un altro passo falso contro i laziali che fanno bene a non porsi limiti, ma il divario resta tabù per chi rincorre. Così la capolista, avviata al quarto scudetto consecutivo, può dedicare energie fisiche e mentali al doppio confronto che vale una semifinale di Champions. Stasera l’andata a Torino, da prendere con le molle una volta certificato che il Monaco rende al meglio in trasferta, forse perfino un pari bianco farebbe guardare con fiducia al ritorno nel Principato di mercoledì 29.
La volata vera resta dunque quella, tutta romana, che vale non soltanto un platonico posto d’onore, ma anche una preziosa qualificazione diretta alla massima competizione europea, e quella supremazia cittadina che le tifoserie giudicano fondamentale. A ogni giocatore straniero che arriva a Roma, viene rivolta come domanda di benvenuto quella relativa alle sue sensazioni sul duello con i rivali: e tutti rispondono convinti che una vittoria nel derby sarebbe la cosa più importante della stagione, magari anche quando la vicenda lo interessa pochissimo. Con Rudi Garcia per la prima volta scalzato dal secondo posto, il calendario apparecchia l’opportunità del controsorpasso, a patto naturalmente di fare tre punti con l’Atalanta, sarebbe infatti sufficiente che la capolista non soffrisse, ospitando la Lazio, la terza sconfitta in campionato, la seconda consecutiva, dopo lo scivolone di Parma addebitabile anche alla presunzione che aveva consigliato un troppo ampio turnover in vista della sfida europea. Si trattasse soltanto di valutare il coefficiente difficoltà degli impegni da qui alla fine, il testa a testa della Capitale sembrerebbe agevolare la Roma, trasferta due volte a Milano, ma anche a Sassuolo e Udine, meno terribili, fuori casa per calendario anche il derby di ritorno. Per la Lazio, quattro giornate conclusive che spaventerebbero chiunque, ma non una formazione baciata dalla grazia come quella attuale.
Restano dunque limitate alla pretesa di un posto nell’Europa minore le ambizioni di chi segue a distanza la coppia capitolina, ha fatto un passetto avanti il Napoli, ma Sampdoria e Fiorentina sono a contatto, sembrano tramontati i sogni di recupero delle milanesi, l’Inter forse in crescita, il Milan fortunato a salvarsi contro la Samp. L’attuale stato di salute riporta in basso le aspirazioni di una Fiorentina che ha smarrito l’ispirazione. Ma gli appuntamenti casalinghi sono tanti e abbordabili. Per il Napoli, un finale ambiguo, la Juve fuori e la Lazio in casa, ma a quel punto i giochi potrebbero essere già fatti, nel bene e nel male, per le due avversarie. Forse, pesando vantaggi e svantaggi, sembra messa meglio la Sampdoria, che potrà giocarsi uno scontro diretto, quello con il Napoli, nel prediletto stadio di Marassi. Ma quasi certamente l’affollata rincorsa alla zona Uefa, sempre considerando la Champions un fatto in famiglia tra le romane a un passo dalla qualificazione, rimane l’ultimo rebus da risolvere.