(L. Valdiserri) Iturbe è il simbolo del mercato fallimentare della Roma: un solo gol in campionato, il 5 ottobre, per di più inutile in Juventus-Roma 3-2. Gervinho è invece il simbolo di tutto quello che nella stagione scorsa andava bene e in questa va male: da 9 gol segnati a 2, nessuno nell’anno solare 2015. Le cifre dell’ivoriano vengono leggermente «addolcite» dalle coppe: 3 gol in Champions e 2 in Europa League, ma, visto che la Roma è stata eliminata in tutte e due le competizioni, parliamo di quello che gli americani, come il presidente twittatore James Pallotta, chiamano «losing effort», sforzo perdente.
L’incrocio delle storie di Gervinho e Iturbe non è casuale. Rudi Garcia aveva ben presente il rischio che la Coppa d’Africa potesse diminuire molto l’impiego, ma anche la resa, di Gervinho. Conosce il giocatore ivoriano fin dai tempi del Le Mans (2007/2008) e sapeva quanto ci tenesse alla Coppa, soprattutto dopo aver sbagliato il rigore decisivo nella sconfitta del 2012. Anche per questo motivo, insieme al direttore sportivo Walter Sabatini, ha corso il rischio di investire gran parte del budget di mercato verso un giocatore giovane (21 anni) e che veniva da una squadra di provincia (Verona).
Iturbe, tra gli obiettivi raggiungibili, sembrava quello più simile a Gervinho nel ribaltare velocemente l’azione. A inizio stagione avevano funzionato anche in coppia, innescati da Totti: il debutto in Champions contro il Cska Mosca aveva illuso tutto, anche se proprio contro i russi Iturbe era poi incappato nel primo infortunio stagionale.
Adesso, complice il «buco nero» nel quale è precipitato Iturbe, quei tempi sembrano lontanissimi. Il rientro di Gervinho, che da due giorni lavora con il gruppo, avendo recuperato dall’infortunio subito in nazionale contro l’Angola, in un’amichevole nefasta per Garcia e per la Roma, manderà in panchina l’argentino con passaporto paraguaiano.
L’Inter è l’ultima squadra italiana alla quale Gervinho ha segnato un gol: parliamo del 30 novembre 2014, quando i giallorossi batterono 4-2 i nerazzurri all’Olimpico, nell’ultima gara giocata davvero bene davanti ai loro tifosi.
Garcia potrà così tornare al «piano A», il calcio che l’anno scorso gli ha dato tante soddisfazioni. Un calcio dove Gervinho ha sempre avuto un ruolo principale: «Tra gol e assist – diceva l’allenatore nella scorsa stagione – entra nel 70% dei nostri gol». Una percentuale che lo ha reso intoccabile anche in questa stagione – vedi la maglia da titolare contro il Parma, appena rientrato dalla Coppa d’Africa – ma con risultati molto inferiori. Gervinho è sotto contratto fino al giugno 2018, ma non è un mistero che il suo futuro è legato a quello di Garcia, con cui divide anche il medesimo procuratore.
Ma chi giocherà, in attacco, insieme a Gervinho contro l’Inter? Le combinazioni sono tante, un anno fa funzionò quella con Totti e Florenzi. Bisogna gestire gli impegni ravvicinati. Per l’ultima volta in stagione la Roma sarà impegnata anche a metà settimana: Sassuolo (mercoledì) e poi Genoa (domenica 3 maggio, alle 12.30). E non si può più sbagliare nulla.