(C. Zucchelli) In attesa che James Pallotta sbarchi a Roma prima della fine della stagione (il viaggio nella capitale è ancora in forse); è arrivato a Trigoria il suo braccio destro, Alex Zecca. Di origine italo-americana, socio del presidente romanista nella Raptors e suo amico fraterno, Zecca accompagna Pallotta nelle sue visite romane già da un paio d’anni e negli ultimi 6 mesi è venuto in Italia anche da solo perché grande appassionato di calcio. Stavolta però la sua presenza (ieri ha assistito anche a parte della conferenza di Garcia e al derby Primavera con Baldissoni e Zanzi) sembra avere un valore simbolico diverso, visto che è partito dagli States subito dopo il pareggio interno contro l’Atalanta. In questo momento, pur avendo massima fiducia nei dirigenti che ci sono a Trigoria (come ha avuto modo di confermare via Twitter qualche giorno fa), Pallotta sa che avere un suo uomo a Roma (o a Milano, come stasera) può essere per lui una risorsa in più per avere più chiaro il presente ma, soprattutto, il futuro.
SUPERVISORE – Il prossimo anno poi, sia Zecca che il presidente intensificheranno la loro presenza e non soltanto perché servirà accelerare sul progetto stadio: Pallotta si è convinto che stare più spesso a Roma e far più spesso parte della vita operativa del club potrà essere soltanto un bene e avrà accanto a sé il suo braccio destro, che sarà una sorta di supervisore. Zecca però non ha e non dovrebbe avere neanche in futuro incarichi ufficiali nel board giallorosso (al Bernardini non ha un ufficio personale), visto che il numero uno della Roma è convinto di avere già a disposizione i dirigenti che gli servono, come qualità e quantità, per il suo progetto. E guai a sostenere il contrario: Pallotta è pronto a prendere il mano il suo smartphone per smentire tutto via Twitter.