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IL MESSAGGERO. Che derby sarà?

Sebino Nela

(Il Messaggero) D’Amico e Nela, previsioni da commentatori tv.

(di Vincenzo D’Amico) Mancano ancora diversi giorni e tantissime ore a Lazio-Roma, ma c’è un’atmosfera tale in città che sembra quasi si debba giocare domani. O addirittura adesso. Per strada incontro tanti amici e si parla solo di questo derby. E di come potrebbe finire. Come sarà? Chi vincerà? Sarà finalmente la volta buona per noi della Lazio? Mai come questa volta mi sento sicuro della mia squadra e della grande possibilità di vincerlo. Anzi, se non faremo gli errori passati, lo vinciamo di sicuro. Non è per fare il gradasso, anche perché chi mi conosce sa bene che non lo sono e sa altrettanto bene quanto possa rispettare la Roma. Fino all’anno scorso, se tutte e due le squadre avessero fatto il massimo, avrei sempre risposto Roma. Adesso dico Lazio, al cento per cento. Obiettivamente, siamo più forti e, almeno dall’esterno, più sicuri. Prendendo i due organici non posso credere che Osvaldo, seppur stia facendo bene in questo avvio di stagione, possa rappresentare uno spauracchio. Oppure che il possesso di palla imposto da Luis Enrique, nonostante ci siano interpreti di assoluto valore come Totti e De Rossi, anche un po’ per esorcizzarli, possa essere un timore. La differenza rispetto alla passata stagione è che lì davanti ci sono due giocatori che sono nati per giocare partite come questa. Esperti, campioni, per nulla timorosi, ma soprattutto determinanti e decisivi. Klose e Cisse possono colmare quel gap che c’era fino all’anno scorso, e con tutto il rispetto e l’affetto per ragazzi come Floccari o Zarate. E senza dimenticare Hernanes che finalmente rivedo ai livelli dell’anno passato anzi, forse ancora più forte e determinato. La mia speranza è che la Lazio non si rintani e aspetti la Roma per poi ripartire, anche perché se succede così, allora è quasi inutile giocarlo. Perderemo di sicuro. Pensare che nei quattro derby giocati da Reja, la squadra non mi è mai dispiaciuta affatto, però dopo un po’, magari alla prima difficoltà, si afflosciava e perdeva. Se avessi la possibilità di parlare alla squadra direi: ragazzi, andate in campo tranquilli, fate la vostra partita e vincete. Per me, stavolta Edy Reja, dovrebbe lavorare tantissimo sulla psicologia, quasi per niente su tattiche e controtattiche. Non c’è da preparare nulla caro mister, solo entrare sul terreno di gioco tranquilli e determinati. Sembrano banalità, ma sono queste cose semplici che ti fanno vincere il derby. E io ne so qualcosa, considerato che di sfide con la Roma ne ho giocate e vinte diverse.

(di Sebino Nela) Che partita mi aspetto? Mamma mia, è dura, ad oggi la ritengo una sfida indecifrabile. Lazio e Roma sono due squadre completamente diverse, due progetti che percorrono strade diverse. Della Lazio conosciamo un po’ tutto, della Roma no, almeno non ancora. Ho potuto osservare spesso i giallorossi, li ho visti giocare male, benino, molto bene. É una squadra in continua crescita. Sono successe troppe cose nuove nella Roma, l’alternanza di prestazioni è normale. Però c’è dietro un’idea forte, un allenatore in gamba, che crede in se stesso, nelle sue teorie e le porta avanti senza ascoltare nessuno. E questo lo trovo fantastico. Non credo che si farà condizionare dall’ambiente: il derby lo giocherà a modo suo, ne sono convinto. Vedremo una squadra che sarà in grado di rimanere se stessa, anche contro un avversario pericoloso, inoltre in una sfida particolare come il derby. Sarebbe bello per Luis Enrique vincere una gara di questo tipo con il bel calcio, sarebbe un bel messaggio per tutti. Significherebbe aver trasmesso alla squadra una serenità che non è propria di queste partite e della loro attesa. Luis dovrà lavorare su questo, senza cambiare. Giocarla come se fosse una partita normale. Non credo che il Barcellona, e qui finiamola di parlare della squadra di Guardiola perché non se ne può più, modifichi il suo spirito tattico se va a affrontare il Real o il Rayo Vallecano. Mi rendo conto che non sarà facile, ma sarebbe bello se fosse così. E sono convinto che il lavoro di Luis Enrique, che a me piace molto per come si pone, vada proprio in questa direzione. Poi, ovvio, in una partita incidono anche i valori tattici. Anche la squadra di Reja ha calciatori che possono fare la differenza. Penso a Klose, ad esempio, un fenomeno, un attaccante universale, da un lato, poi penso a Totti – e speriamo che giochi – dall’altro. I laziali sostengono che è meglio una Roma con che senza Francesco. Io non ci credo. Totti alla fine è temuto, perché la sua presenza, il suo nome, mette pressione. Se non dovesse farcela, mi piacerebbe vedere in campo Lamela. Giovane, forte, un gran bel calciatore. Fin ora non l’abbiamo mai potuto ammirare, speriamo possa essere la volta buona. Mi aspetto molto anche da Pjanic, un gran talento che fin ora non ha fatto vedere il meglio di sé. Stekelenburg? Rientra, non rientra, meglio lasciarlo a riposo, forse è il caso di rischiare. Con tutto il rispetto per l’olandese, non credo che la sua sia una presenza decisiva. Il derby si può vincere anche con Lobont, aspettando Steke.


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