(F. Ferrazza) – Da Milano a Milano, le convinzioni di Garcia sul ritiro punitivo sono cambiate in due settimane. Dal “no”, quasi urlato, dopo la sconfitta con l’Inter («Per un esempio che funzionavi porto dieci casi in cui è inutile: pos-siamo frustarli, farli dormire nudi, ma a che serve?»), alla voglia di dare un segnale forte venuta al tecnico dopo la figuraccia con il Milan. L’allenatore ha convocato tutti i giocatori per le 8 di mattina di ieri, strigliandoli duramente nella riunione pre-allenamento: l’ennesimo monologo stagionale volto a inchiodare il gruppo alle sue responsabilità.
Ma l’arrabbiatura per la sconfitta di San Siro, che rischia di compromettere pesantemente il secondo posto, sembra a intermittenza. Da Trigoria annunciano infatti la possibilità del ritiro ( che non vedrebbe però coinvolta tutta la rosa ), da cominciare domani o dopodomani, in vista dell’Udinese domenica. Per i giocatori, quindi, un giorno e mezzo di riposo, con la giornata di oggi libera: una scelta che sembra avere davvero poco di «punitivo» diversamente da quanto sbandierato a Milano nel post partita («Abbiamo regalato un’ora, è inaccettabile»). Basti pensare che ieri Nainggolan si è presentato alla Fiera dei tatuaggi, all’Eur, scelta di visibilità che ha indispettito più di qualcuno dei tifosi presenti.
In questa fase, la società appare in evidente difficoltà, e incapace di decidere autonomamente quali segnali dare alla squadra. Di certo la Champions è oggi obiettivo vitale per una Roma finita sotto la lente d’ingrandimento del fair play finanziario dell’Uefa, e Garcia ha ribadito ieri ai giocatori che sarà inutile chiedere aumenti di stipendio se non riusciranno ad arrivare secondi. Ma il tecnico è il capo del gruppo e quindi è anche lui sotto processo da parte del club, anche lui responsabile in tutto e per tutto di aver perso il controllo della situazione. Questo pensa la dirigenza di Trigoria: per questo non si possono escludere decisioni in merito da parte della società.