
Per non disperdere energie, Garcia ha voluto che la squadra restasse a dormire a Trigoria mercoledì, venerdì e sabato notte. Ieri mattinata libera per tutti (Totti ne ha approfittato per partecipare alla Comunione dei figli Cristian e Chanel, in una chiesa dalle parti di via Veneto), segno che il tecnico ha mantenuto comunque una certa elasticità nonostante le nuove regole imposte alla squadra: «Sapete come la penso sul ritiro, non è nella mia cultura e se punitivo non serve a niente. Si prepara bene la partita, però mette addosso tanta pressione. Non devo trattare i miei giocatori come bambini ma come professionisti, anche se a volte devo fare il papà cattivo. Ho voluto un richiamo al regolamento perché è un momento eccezionale».
I dubbi di formazione riguardano chi affiancherà Manolas al centro della difesa (Astori in vantaggio su Mapou) e chi con Nainggolan giocherà a centrocampo. I favoriti sono De Rossi e Pjanic, con Keita (diffidato, come De Rossi) in panchina. In attacco sembrano sicuri del posto Totti e Iturbe,anche se Ljajic, dice Garcia, «sembra finalmente a posto fisicamente». Il serbo, nelle ultime settimane alle prese con problemi alla schiena e ai flessori, con 9 reti (di cui 8 in campionato) è insieme a Totti il capocannoniere della squadra, ma non segna da più di 3 mesi e chiede spazio per provare almeno ad arrivare, primo della rosa, in doppia cifra. L’importante, comunque, sarà segnare, e quest’anno la Roma lo ha fatto col contagocce: «È vero, ma gli attaccanti hanno ancora tre occasioni di dimostrare quanto valgono».
Tutti tranne Gervinho: la sua stagione, vista la lesione muscolare riportata a Milano, è finita e forse potrebbe esserlo anche la sua avventura romanista, visto che da Abu Dhabi continuano a rimbalzare voci sull’offerta dell’Al-Jazira, pronta a mettere sul piatto 14 milioni più bonus alla Roma e 4 all’anno più premi al giocatore. Se così fosse, persino Garcia, unico vero grande sponsor dell’ivoriano a Trigoria, sarebbe pronto a dare il suo benestare.