Come era facile aspettarsi, il rinvio del derby di Roma da domenica a lunedì ha scontentato un pò tutti: prima la Roma che si sente lesa nei diritti («alcuni interessi non vengono tutelati»), poi il Napoli che lamenta la mancanza di par condicio nella corsa al posto Champions. E anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non l’ha digerita granchè bene: «Questa scelta mina in termini di credibilità le valutazioni perchè quando si fanno delle eccezioni, ci saranno anche delle considerazioni che le giustificano, ma l’opinione pubblica non le prende bene e non reagisce bene», ha detto a proposito della decisione presa dalla Lega su richiesta della Lazio impegnata domani nella finale di Coppa Italia. «La Lega ha avocato a sè il diritto-dovere di spostare questa partita che ulteriormente mette le nostre strutture in difficoltà perchè è un giorno feriale – ha aggiunto Malagò – ma dal mio punto di vista è stato fatto bene se tutti erano d’accordo, assolutamente no se non solo le due squadre del derby ma le altre due squadre non condividevano la scelta. È una partita che si gioca a tre». Cioè anche col Napoli, a cui non va bene giocare allo Juventus Stadium sabato pomeriggio e che vorrebbe giocare in contemporanea col derby capitolino per ovvie ragioni di classifica. «È comprensibile l’istanza del presidente De Laurentiis e del presidente Agnelli che ho sentito e che ha rispettato tutto l’anno la regola e l’impegno di giocare sempre il mercoledì e la domenica – ha fatto sapere Malagò – Ha tutto il diritto di non cambiare la data». «Quando si è scoperto che si doveva giocare la finale il 20 maggio – ha aggiunto – bisognava fare una valutazione a più ampio raggio. Nel momento in cui tocchi una pedina alteri tutto il sistema e non va bene. Chi ha fatto la Champions ha sempre giocato di domenica. La Juve è nel diritto di tutelare questa vicenda ma, di fatto, è stato scontentato qualcuno e questo non va bene». Il club bianconero proprio non ci pensa a spostare la data prevista: «Sarebbe improprio ed arbitrario – fanno sapere fonti vicine alla società – Oltretutto questo penalizzerebbe decine di migliaia di tifosi abituali frequentatori dello Juve Stadium ma residenti in ogni parte d’ Italia e all’estero, già organizzati per la festa».
Fonte: Ansa