(M. Calabresi) «Lazio mia, onore a te». Un grido d’amore, strozzato, anche nella sconfitta. Quando la palla sbatte sui due pali nello stesso tiro, è difficile accettare il verdetto.
Gli applausi che la Nord riserva ai tifosi in lacrime sono gli stessi che arrivano dal web: «Fieri di voi, avete dimostrato cosa vuol dire essere laziali». Non sarà facile riprendersi da una botta così, ma la stagione non finisce: «E che questa delusione vi dia la forza di rialzare la testa, già lunedì. Avanti Lazio, prenditi la Champions».
BOTTA E RISPOSTA Tutto era cominciato con la scenografia della curva Nord: una coppa gigantesca circondata di bianco e celeste. «Che rimanga nella Capitale». E le premesse erano delle migliori: subito Lazio avanti con il gol che non ti aspetti. Si è fermato l’attacco, ci pensa la difesa: dopo Gentiletti a Genova, ecco la spallata di Radu. «Primo gol segnato troppo presto» dice Irene, seguita a ruota da Julian: «Troppo presto per festeggiare». Perché in una sera così, capita che gli ansiosi siano più degli orgogliosi, come Gaia: «Avanti Lazio, non mollare mai! Testa e cuore, sempre, che je ne famo tre». In effetti, dopo il gol quasi immediato di Chiellini, avevano ragione gli ansiosi. C’è anche chi la prende a ridere, come Lo Zio 17: «Capitan Radu e Chiellini, al momento, stanno decidendo la finale di Coppa Italia. E v’ho detto tutto».
DERBY DA SPOSTARE Visto che nel secondo tempo succede poco, nei supplementari succede tutto. Al fischio di Orsato, tra gli hashtag più usati si rivede anche #lotitospostaeventi, che durante la partita era comparso solo in occasione del pareggio della Juve, col tweet di Nero a metà: «Lotito ha provato a spostare la porta, ma Chiellini l’ha trovata lo stesso». Dal 90’ in poi, si scatenano tutti: «Visti i supplementari il derby si giocherà martedì», «Qui stamo ancora a gioca’ , per il derby famo martedì», la frase che accompagna la classica foto del presidente al telefono. Quasi ci si distrae di cosa succede in campo: il doppio palo di Djordjevic, il gol di Matri, la fine del sogno. «La Juve è talmente fortunata che vincerebbe dieci volte su dieci anche a sasso, carta, forbice». Morra cinese. Arrivederci a Shanghai, forse.