(L.Valdiserri) – Che cosa voleva dire veramente Rudi Garcia, dopo la vittoria nel derby, quando ha descritto la Juventus come «non raggiungibile»? Il tecnico francese, parlando della conferenza stampa pre-Lazio, quella che gli ha scatenato contro l’ira di Pioli, ha confessato che, per lui, alcune dichiarazioni «fanno parte dello show». Non raggiungibile, allora, vuole dire adesso? O vuole dire con un mercato come quello dell’estate scorsa e ancor di più quello di gennaio? È un messaggio ai tifosi? O al d.s. Walter Sabatini?
Le certezze sono due: 1) la Roma non va rifondata ma ha bisogno di un rinnovamento profondo; 2) i milioni certi della Champions (quest’anno sono stati 49) possono aiutare non poco nella spesa. Le emergenze sono chiare: un portiere titolare; un terzino che sappia possibilmente giocare sia a destra che a sinistra; un attaccante centrale da 20 gol. Sul resto si può discutere, cercando soluzioni a parametro zero o con il rientro alla base di giovani come Romagnoli. In attacco bisognerà tenere conto della carta di identità di Francesco Totti: a 39 anni non si potrà chiedergli, come è successo quest’anno, di giocare 35 partite, 31 delle quali da titolare
Edin Dzeko è in uscita dal Manchester City e potrebbe essere un gran colpo per l’attacco. Il compito di Sabatini, però, prima di tutto, è trovare una sistemazione per Destro e Doumbia. Garcia proverà a lavorare di persona sul prestito di Digne, che a Parigi ha trovato poco spazio. Tra Neto e la Juve non c’è stata ancora la firma, ma i margini per arrivare al portiere brasiliano a costo zero sembrano infinitesimali. Con la fine delle comproprietà diventa di particolare importanza la situazione di Bertolacci: ha un valore di mercato rilevante, in entrata ma anche in uscita.
Purtroppo per Garcia c’è una variabile, significativa, che la Roma allo stato attuale non può conoscere: il recupero di Leo Castan e Kevin Strootman. Va da sé che con il brasiliano e l’olandese a disposizione basta un mercato «mirato»: 3 o 4 giocatori di qualità, senza scommesse. In caso contrario si dovrà lavorare anche in uscita. Ma la strada è il contenimento dei costi, soprattutto negli ingaggi «non produttivi» (Cole, Maicon), e non la cessione di pezzi del nucleo che deve costituire il futuro della Roma.
I nomi sono presto fatti: Manolas, Florenzi, Pjanic, Nainggolan, Ljajic e Iturbe. Il mercato si fa con i soldi e con le idee. Un mercato fatto con la vendita dei giovani migliori è sopravvivenza, non strategia.