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GAZZETTA DELLO SPORT Platini spinge: rinviare le elezioni. Ma l’Italia chi vota?

Platini
Platini

(F. Licari) Questa volta è grossa. Un doppio scandalo a 48 ore dalle elezioni: la corruzione ventennale accertata dagli Usa in tutto il continente americano e i Mondiali 2018 e 2022 forse comprati.

1) Cosa succederà adesso?

Se fosse per Blatter, niente. Si andrebbe avanti così, magari promettendo nuove (finte) riforme. È il senso del comunicato di ieri sera. Come per tutti gli altri scandali degli ultimi 15 anni, la sua figura ha subito conseguenze d’immagine ma, finora, mai condanne penali. Certo, si fa sempre più difficile: ha 79 anni e la situazione sembra più fluida del solito, anche dal punto di vista delle elezioni. Anche se non si sa se si vota.

2) Non si vota più?

Blatter, essendo presidente in carica, non può rinviare il voto: sarebbe un gesto non democratico. E non gli conviene. L’Uefa invece farà questa richiesta clamorosa. L’ha deciso ieri Platini, dopo un Esecutivo d’urgenza. Proposta: rinviamo l’elezione di 6 mesi. La mozione sarà presentata al Congresso, ma non è detto che sia accolta. Oggi a Zurigo è previsto il consueto incontro pre-elettorale con i 54 presidenti europei. A San Paolo, ricordate, Van Praag disse a Blatter: «Lei se ne deve andare».

3) Blatter si dimetterà?

Non conosce il concetto di dimissioni. Trova sempre una formula, tipo che «il calcio ha bisogno di me», per continuare. D’altra parte tutti lo criticano ma poi lo votano, no? Sembra l’Italia. Un trasformismo in salsa svizzera. Se si voterà domani, al primo ballottaggio dovrebbero servire circa 135 voti (i due terzi dei presenti). Dal secondo basterà la maggioranza dei presenti. Blatter poteva anche farcela subito, ora chissà. Gli sponsor sono preoccupatissimi: potrebbero avere un ruolo decisivo.

4) Ma i rivali hanno fatto a gara per aiutarlo.

Eccome! Tutto nasce probabilmente da un equivoco di fondo: con Platini che non si presenta perché sa che perderà, perché lo stesso Platini dovrebbe poi votare un europeo forte (Van Praag), magari più giovane (Figo), che lo oscurerebbe? Van Praag aveva coraggio, Figo andò allo sbaraglio. Il loro ritiro e la mancanza di una strategia potrebbe far dire a Blatter: «Visto, neanche in due ce la fanno a battermi…». Sempre se si dovesse votare, c’è un solo sfidante: il principe giordano Ali. Giovane, per bene. Ma quante chance ha? E soprattutto: accetterà ancora o sarà anche lui per il rinvio?

5) L’Italia in caso potrebbe votare Ali?

Mah. Fino a poco fa si pensava che Tavecchio avrebbe votato Blatter. A maggio la Figc ha incontrato Platini a Nyon:una riunione strategica dove si è parlato di futuro dell’Italia nella Uefa, di posti nelle commissioni, di elezioni. Dal francese non era arrivato un suggerimento ufficiale. E ieri, prima della proposta di rinvio, Tavecchio aveva ammesso: «Deciderò giovedì (oggi, ndr)». Insomma, non sappiamo cosa fare. E non siamo i soli. Gli europei si aspettavano una proposta, magari l’appoggio al principe in cambio del voto per Platini nel 2019, adesso chissà. Tutta fantapolitica. E poi le promesse a lungo termine lasciano il tempo che trovano: l’ultima volta Blatter, in cambio dell’appoggio, aveva promesso la staffetta nel 2015.

6) E se Blatter fosse eletto?

Riflessione: non votare Blatter, se poi fosse eletto, non aiuterebbe certo gli oppositori che… devono pur campare. D’accordo, il voto è segreto: ma molti sostengono che, essendo elettronico, sia possibile controllare i votanti, 200 e passa, non milioni.

7) Qatar 2022 e Russia 2018 si svolgeranno?

Chi può rispondere? Che qualcosa di losco sia successo l’hanno capito tutti da tempo: c’è il rapporto Garcia che ora sarà pubblicato dopo mesi di attesa. Nasconderlo non ha più senso. Ma quando è stata mai cambiata una sede discussa di Mondiali (Giappone-Corea, Germania, Sudafrica) o Europei (Polonia-Ucraina)? L’inchiesta svizzera è forse più pericolosa: se il pm trovasse le prove della corruzione – intanto ha bloccato i conti Fifa – e quindi fosse accertato che il voto è stato pagato, non ci sarebbe altra strada che votare di nuovo. Per la gioia di inglesi e americani che sognavano, e forse meritavano, il 2018 e il 2022. A luglio è previsto il sorteggio delle qualificazioni per Russia 2018. Da ridere. O piangere. L’impalcatura sembra vacillare.

8) Sabato esecutivo straordinario per decidere i posti per continente ai Mondiali ’18 e ’22.

Nelle previsioni, Blatter avrebbe dovuto vendicarsi dell’Europa riducendone le nazionalinella fase finale: cioè avrebbe dato, Russia ospitante a parte, solo 12 squadre oppure 12,5. Un massacro. In pratica passerebbero solo le prime e le 3-4 migliori seconde dei gruppi, con playoff mondiali. Però Blatter ha perso ieri 3 voti dell’Esecutivo (Webb, Li, Figueredo) su 24 e ci sono 8 ancora europei sui 21 restanti. E’ più facile qualche sconvolgimento.

9) Ci sono soluzioni?

C’è poco da discutere: un sistema nel quale il capo è sempre lo stesso da 17 anni, dopo averne trascorsi altri 17 da segretario con pieni poteri, è un sistema comunque malato. E non solo per colpa di Blatter che dalla sua posizione di potere è stato un fenomeno nel «divide et impera», creando una rete, fedele, corrotta o corruttibile, che lo sostiene. La colpa è anche di chi vota, europei compresi che nel 2011 si fidarono dell’«alternanza» promessa. Primo passo: limitare il numero dei mandati. Se prima la Fifa non muore…

 

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