Il gol di Belotti all’ultimo istante del campionato non rovina le belle immagini che arrivano dall’Olimpico dopo il fischio finale dell’arbitro Nasca. Bambini in campo e sorrisi a iosa. La rete dell’attaccante rosanero è solo l’ennesima testimonianza negativa dell’annata della Roma. Poteva essere una vittoria a chiudere la stagione giallorossa. Poteva, anzi doveva essere il campionato della Roma e invece è stato il quarto assolo juventino. Sono tanti i rimpianti della stagione giallorossa, gettata al vento proprio dalla partita di andata col Palermo. Allora il problema sembrava essere Destro che al “Barbera” lasciò alla Roma il regalo d’addio col pareggio su assist di Strootman. L’olandese è stato il diesel fortemente mancato ai giallorossi: la sua forza, il suo carattere e le sue straordinarie capacità tecniche e atletiche, unite a quelle di Castan, sono parte delle lacune della Roma di Garcia. Le due assenze giustificano solo in minima parte lo stesso distacco finale dello scorso anno dalla Juventus: -17 punti.
Anche contro il Palermo i migliori sono stati i soliti noti: Nainggolan, entrato al posto dello sfortunato a Paredes al 35′, ha acceso un barlume di luce nello statico centrocampo romanista. Davanti Totti ha fatto il centravanti puro, trovando anche il gol n° 300 con la maglia della Roma, con buona pace della Uefa e della deviazione di Berbatov in una gara di Champions del 2004-2005 a Leverkusen. Il capitano segna così l’ottavo gol in campionato, eguagliando Ljajic, e il decimo gol stagionale, unico romanista in doppia cifra quest’anno. Florenzi ha speso tutte le ultime energie di una grande stagione e Pjanic ha riassunto in 40 minuti tutta la sua stagione, alternando tocchi illuminanti a flemmatiche pause.
Garcia ha dato spazio a Ucan, Spolli (prima e ultima partita in giallorosso) e, soprattutto, a Balzaretti, tornato in campo un anno e sette mesi dopo dalla sua ultima col Sassuolo. Doumbia e Ljajic hanno assecondato il ritmo lento della partita, col Palermo che non ha disdegnato di giocare con l’aggressività tipica di Iachini anche l’ultima di campionato. Che, per carità, a livello di classifica non contava nulla ma, se ce ne fosse stato bisogno, ancora una volta ha dimostrato tutta la differenza di mentalità che c’è ancora con la Juventus, impegnatasi ieri fino all’ultimo secondo contro il Verona nonostante la finale di Champions dietro l’angolo. Un altro -17 è difficile da digerire e le parole vaneggianti ieri di Garcia alimentano solo rimpianti e dispiacere per una stagione gettata al vento senza la minima umiltà.
A cura di Daniele Luciani