(L. Valdiserri) – La partita serve a poco: le foto con i bimbi in mezzo al campo, i saluti a chi partirà, la vittoria al 94’ del Palermo (Vazquez e Belotti), il gol numero 299 in carriera di Totti(cannoniere stagionale giallorosso con 8 gol, come Ljajic), il colpo di genio di Iturbe che, diffidato, si fa ammonire e salterà la prima gara del prossimo campionato, gli orrendi fischi della curva Sud al momento della sostituzione di Doumbia.
La «polpa» è lo strascico della conferenza stampa di Rudi Garcia, sabato scorso. Quella del possiamo lottare al massimo per il secondo posto, della Juve ancora più lontana nel prossimo campionato e della campagna acquisti che, alla Roma, si può fare soltanto dopo aver ceduto qualche pezzo pregiato.
Il presidente Pallotta sperava che, dopo la vittoria nel derby che ha salvato la stagione finanziaria, ci fosse una festa e non una polemica. Il d.s. Walter Sabatini ha chiarito a Sky: «Non siamo amareggiati, anche se non condividiamo tutto. Siamo una società liberale e ci confrontiamo. Garcia ha lavorato benissimo, diciamo che ha sbagliato il saggio di fine anno. Non credo abbia voluto mettere le mani avanti, forse si è spaventato per la pressione subita da lui, dalla squadra e dalla società. Gareggiamo sempre per migliorare e non sottoscriviamo questi rapporti di forza. Non abbiamo intenzione di cambiarlo o di metterlo in discussione».
Garcia è «protetto» dalla stima che Pallotta ha comunque per lui e, soprattutto, da un contratto ricchissimo (2,5 milioni netti, più premi) fino al 2018. Chi conosce il tecnico francese sa che, mediaticamente, è tutt’altro che uno sprovveduto. Paga di tasca sua un consulente per «preparare» la sua comunicazione. Quello che ha detto sabato non è uscito per caso. È un «all-in» sul tavolo della Roma futura. Ma anche dall’altra parte del tavolo ci sono fior di giocatori. E Sabatini ha promesso che Nainggolan resterà, tanto per dare subito un segnale. Sarà un’estate lunga e nessun colpo di scena è escluso.