(L. Valdiserri) – Tre giorni per ridare alla Roma l’immagine di una società dove tutti remano nella stessa direzione. Al di là delle frasi di circostanza, che descrivono Trigoria come il Mulino Bianco, è questo il primo risultato che deve uscire dalla serie di riunioni, a Londra, tra l’ owner James Pallotta, il suo braccio destro Alex Zecca, il Ceo Italo Zanzi, il d.g. Mauro Baldissoni, il d.s. Walter Sabatini e l’allenatore Rudi Garcia. La presenza del tecnico, in un primo momento, non era nemmeno prevista. Le strategie di mercato sono di pertinenza dei dirigenti. Questo non vuole dire che l’allenatore, che poi deve dirigere la squadra, sia tenuto all’oscuro dei fatti. In ogni caso Garcia, che nella conferenza di sabato ha ufficializzato l’incontro (particolare che non è piaciuto), sarà anche lui a Londra. Il suo contratto (fino al 2018, 2,5 milioni di euro più bonus a stagione) è molto pesante. Così come lo è il secondo posto che porta diretto in Champions: quest’anno sono arrivati dalla Coppa circa 49 milioni. Però le uscite sulla Juve irraggiungibile, sul divario destinato ad aumentare e sulla necessità di vendere per fare mercato non sono piaciute. La dirigenza «italiana» della Roma non è andata al muro contro muro, ma non è nemmeno rimasta a guardare. Il d.s. Walter Sabatini, ieri ai Musei Capitolini per un’iniziativa di Roma Cares a favore di alcune Case Famiglia, ieri è tornato sull’argomento: «Quella di Londra sarà una riunione programmatica, in cui stabiliremo una linea di azione. Non è una cosa straordinaria, non attribuitele troppo significato. È come l’anno scorso… Garcia? Resta. Al cento per cento? Certo».
È una sicurezza, però, che può dare solo Pallotta. Il presidente ha sempre sbandierato Garcia come una sua scelta personale e pensa che la continuità sia importante in tutti gli ambienti di lavoro. Ma quale Garcia ci sarà al comando della Roma nella terza stagione? Quello che ha già dato per perduto lo scudetto? C’è molto da cambiare (medici, preparatore) e c’è molto da discutere (mercato, budget, comunicazione). Se il Napoli riuscirà a fare breccia in Unai Emery si libererà la panchina del Siviglia. Può interessare a Garcia? Oppure può innescarsi un effetto domino con altre panchine importanti? Fino a venerdì saranno valide tutte le indiscrezioni, da Conte a Mazzarri, da Klopp a Sarri, perché nel calciomercato vale tutto e il contrario di tutto. Solo Pallotta può dire una parola definitiva. L’importante è capire quanto la squadra segua ancora Garcia e quanto funzioni la «strana coppia» con Sabatini. Tanto più se le risorse sono limitate dal Financial Fair Play bisogna trovare una linea comune di intervento sul mercato, nell’immediato (come vorrebbe Garcia) e in prospettiva (come ama lavorare Sabatini). Perché adesso conta solo la Roma.