Se i limiti architettonici stimolano la creatività dell’artista, le restrizioni finanziarie concedono spazio all’abilità dei manager.E così la Roma, che deve muoversi all’interno deiparmetri imposti dall’Uefa dopo la multa patteggiata a maggio, si trova a valutare le risorse disponibili attraverso il solito meccanismo: import/export, o il suo contrario, in un’ottica di rafforzamento ragionato.
IL BUDGET – Di questo si è parlato a lungo la settimana scorsa a Londra, con Pallotta da una parte e la coppia Sabatini-Massara dall’altra. Esigenze diverse eppure compatibili, in nome di un unico obiettivo: una Roma migliore. «Discutiamo solo sui giocatori da prendere» ha assicurato il presidente, che attraverso i collaboratori ha stabilito una specie di budget di partenza per la campagna acquisti, considerando già conclusa la cessione di Gervinho ma non il riscatto di Nainggolan. La cifra non dovrebbe spostarsi di molto dai 55-60 milioni, stipendi al lordo inclusi.
USCITE – Vediamo perché. La Roma ha già abbassato di una buona fetta il monte ingaggi, che è il secondo della serie A dopo quello della Juventus: non dovrà pagare più i 5,4 milioni di Borriello, i 3 di Balzaretti, il milione di Curci e, a questo punto, anche i 5,8 promessi a Gervinho (per altre tre stagioni, fra l’altro). Siamo già, con un rapido calcolo, intorno ai 15 milioni. Poco meno verserà l’Al Jazira per il cartellino di Gervinho. E siamo a quota 30, moneta più moneta meno.
Fonte: Corriere dello Sport