(M. Pinci/F. Ferrazza) – È presto per brindare, ma forse qualcuno inizia a mettere in frigo le bottiglie. Roma ed Etihad sono vicine all’intesa per una partnership: sul tavolo lo stadio di Tor di Valle e quello soltanto. L’ultimo atto si è consumato due giorni fa a Milano, dove Pallotta ha incontrato un emissario della compagnia di Abu Dhabi che ha acquisito Alitalia.
I segnali sono ottimi: l’accordo prevede la cessione a Etihad dei naming rights ( i diritti di intitolare la struttura) del futuro stadio della Roma. Un affare da 15-18 milioni all’anno e della durata di 10 anni, ma che partirà soltanto tra 24 mesi – quando, nelle previsioni, i lavori saranno in buona parte completati – e ovviamente condizionato alla realizzazione dell’impianto. Di quello soltanto riguarderà l’eventuale intesa: il pacchetto stadio-maglia era stato inizialmente proposto per 30 milioni all’anno, ma l’accoppiata non è stata considerata allettante. Al contrario di quanto lo è il nuovo impianto sportivo: nell’aeroporto romano Etihad vorrebbe infatti far confluire 60 milioni di passeggeri annui contro i 30 milioni attuali e l’impianto di Tor di Valle, posto sulla direttrice scalo-città, rappresenta un eccellente veicolo pubblicitario. Lunedì verrà consegnato in Campidoglio il progetto definitivo, ultimo step istituzionale prima che la palla passi alla Regione.
Sabatini continua sempre a lavorare sulle cessioni. Il riscatto di Nainggolan è in primo piano (la Juve sembra essere in pressing sul manager del giocatore). Una delle questioni più complicate è quella legata a Doumbia, acquistato a gennaio per circa 14 milioni di euro ( più 2,5 di bonus non maturati ). II diesse, a soli 5 mesi dall’operazione, vorrebbe rifarci quantomeno la stessa cifra, per questo avrebbe rifiutato un’offerta di dieci milioni arrivata da un fondo arabo nelle scorse settimane. Sembrerebbe interessato a un prestito oneroso L’Olympiakos.