(F. Oddi) «Questa sconfitta non può cancellare tutte le cose buone fatte quest’anno dai ragazzi», ha dichiarato Alberto De Rossi dopo l’eliminazione con la Lazio, prima di sottolineare «quel pizzico di buona sorte che ci è mancata». Alla Lazio invece mancava Oikonomidis, l’uomo migliore, e aveva nelle gambe anche i supplementari con l’Inter, i giallorossi non ne hanno saputo approfittare: partita equilibrata, con due occasioni clamorose per parte, e una Roma che chiude nell’area gli avversari solo dopo il gol di Rossi, ovvero dopo la metà del primo supplementare. Troppo tardi: c’erano stati segnali preoccupanti anche nella vittoria con lo Spezia, il tecnico aveva provato a cambiare qualcosa, non c’è riuscito.
L’ESTERNO NON FUNZIONA Coraggiosa la scelta di partire con Verde in panchina: c’è una lista lunghissima di ragazzi che dopo la prima squadra in Primavera non rendono più come prima. Ma l’ala destra schierata al suo posto (e a quello di Di Mariano e Di Livio), il camerunese Cedric, non ha fatto meglio: il senegalese Seck lo ha messo in difficoltà.
Andrà via, come Ferri, Sammartino, e quasi tutti i ’96, a partire da Calabresi (il migliore dei giallorossi in semifinale), Capradossi, Pellegrini e Vestenicky, di cui è stato appena formalizzato l’acquisto a titolo definitivo.
Il ’98 Marchizza ha raggiunto gli Allievi, che oggi chiuderanno il girone con l’Inter, ma sono già in semifinale, gli altri da ieri sono in vacanza, a pensare a una stagione dolce in mezzo e amara in coda, con tre semifinali perse (prima di venerdì c’erano stati i due 0-4 con Inter e Chelsea tra Viareggio e Youth League) e la Coppa Italia alzata dalla Lazio. I cui giocatori, nelle interviste, continuano a riconoscere il grande valore della rosa giallorossa. A Trigoria restano i rimpianti per una buona stagione, che però non ha avuto gli acuti sperati.