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IL TEMPO Pallotta: “Così riprendiamo la Juve”

Roma-Juventus Pallotta
Roma-Juventus Pallotta

(A. Austini) Un’ora e mezza di Pallotta per cancellare i dubbi sollevati in pochi minuti da Garcia. La verità del presidente arriva di mattina presto: alle 8 nell’hotel di via Ripetta si parla di Roma tra passato, presente e futuro con un rinnovato ottimismo. Pallotta apre il suo «forum – lo descrive così all’inizio – per spiegare come funzionano le cose dentro il club. Sono stufo di leggere invenzioni». Se l’allenatore aveva definito «incolmabile» il gap con la Juventus, secondo il presidente il club giallorosso «possiamo assolutamente colmarlo. Nei prossimi mesi prenderemo una serie di iniziative di merchandising molto importanti, venderemo i nostri contenuti media nel mondo e quando avremo lo stadio il nostro fatturato sarà più alto di qualsiasi altra squadra in Italia».

E allora come si mette con Garcia, decisamente più pessimista? «Dopo quella conferenza ho parlato diverse volte con Rudi. Lui ha capito di essersi espresso male e che ha commesso un errore. Lunedì ci siamo visti, abbiamo ripercorso la stagione: siamo più o meno d’accordo su tutto. Garcia è al 100% con noi e totalmente coinvolto nel lavoro. Mi ha addirittura chiesto: “Vista la data di apertura del nuovo stadio, posso avere un rinnovo?”. Non c’è nessuna lotta di potere dentro la Roma. Vorrei ancora che diventasse il nostro Ferguson».

Ritrovati sintonia e stimoli, comunque si ripartirà con oltre 100 milioni di ricavi e 17 punti in meno rispetto ai bianconeri. Per Pallotta «è stato bello vedere la Juventus in finale di Champions perché, in fondo, aiuta molto il calcio italiano. Riguardo a noi, la seconda parte della stagione è stata molto dura. I problemi principali sono stati gli allenamenti e gli infortuni. Strootman e Castan sono assenze pesanti. Quando siamo tutti in salute, non credo ci sia questa differenza tra noi e la Juve. Se riusciremo a prendere i giocatori giusti sul mercato il prossimo anno lotteremo per lo scudetto».

Individuati i responsabili, la società non ha aspettato un giorno al termine della stagione per mandarli via: preparatore atletico e medici hanno pagato per tutti, i nuovi «scienziati» dei muscoli Norman e Lippie verranno presto affiancati da un dottore. «Stiamo facendo dei grossi cambiamenti a Trigoria, anche Garcia è rimasto impressionato e ora avrà più tempo per dedicarsi alla tattica».

Sul mercato Pallotta svela il piano ma non i nomi. «Dobbiamo rafforzarci in 3-4 ruoli, ad esempio il centravanti: sappiamo che un problema da risolvere sono i gol. Se Higuain e Dzeko hanno costi troppo alti per la Roma? No, non è un problema». Questo non significa che arriverà uno di loro. «I nuovi acquisti saranno 4 o 5 mentre un paio di giocatori andranno via. Quando vendiamo qualcuno c’è sempre un motivo: la situazione di Benatia era particolare, Marquinhos è stato un buonissimo affare e la cessione di Lamela fenomenale. In Sardegna ho incontrato uno dei proprietari del Tottenham e per due giorni mi ripetevano: “Non riusciamo a credere come tu sia riuscito a fregarci con Lamela”. Nainggolan? Ci stiamo lavorando ogni singolo giorno, lui vuole restare e noi faremo di tutto per tenerlo». Ci sarà poi da ragionare sul futuro di Totti a cui il presidente dedica parole di massimo rispetto. «Francesco avrà un ruolo all’interno della squadra fino a quando vorrà, questo è il suo ultimo anno di contratto ma non abbiamo ancora parlato di quanti anni vuole continuare. Vorrei che alcuni giovani fossero in forma come lo è lui alla sua età. Una volta finita la sua carriera sul campo, deve mantenere un ruolo importante nella Roma a vita».

Pallotta riserva anche una stoccata al Milan e all’Uefa. «Siamo sorpresi di aver ricevuto sanzioni per il Fair Play finanziario e vedendo quanto spendono altre squadre e i loro bilanci non capisco». Alla Nike chiede «di darsi una mossa: non siamo soddisfatti delle quantità di nostri prodotti messi sul mercato, la richiesta di maglie è cresciuta del 150%, abbiamo bisogno di una migliore distribuzione». Sullo sponsor di maglia mancante spiega invece che «abbiamo fatto un errore cercando di legarlo allo stadio». Infine un messaggio ai tifosi. «Non sono contro la Curva Sud, la considero un elemento fondamentale per la Roma. Sono pochissime le persone che causano dei problemi e devono smetterla: se ci sarà razzismo, continuerò a condannarlo. Idem se tratteranno i miei giocatori come hanno fatto quest’anno. Si deve essere tifosi sempre, anche nei momenti negativi». Mai schiavi del risultato. Lo avevano scritto gli stessi romanisti.

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