(L. Valdiserri) Uno che lo conosce molto bene ha fatto l’identikit al Garcia III: «Voi lo vedete poco sorridente, io preferisco questo Rudi a quello di un anno fa». Come se tutto il gruppo, non solo il suo allenatore, avesse un po’ smarrito quella sana cattiveria che nasceva da una delle pagine più nere della storia romanista: la finale di Coppa Italia persa contro la Lazio.
Una costante: la Roma è arrivata seconda sia nella prima stagione del francese che nella seconda. Una differenza: una volta ha giocato quasi sempre bene e l’altra spesso male. Il risultato è sempre quello che fa la differenza e Garcia lo sa: «Tra ambizione e obiettivo c’è differenza. Io sono il più ambizioso di tutti, ma l’obiettivo è arrivare per la terza volta consecutiva in Champions League». Rudi non ha perso la stella polare: «Nella seconda parte dello scorso campionato ci siamo adattati, anche per problemi di rosa. Mi piacerebbe rivedere la Roma spettacolare che porta la gente allo stadio».Prima dell’ultima partita di campionato Garcia espresse due concetti forti: 1) il divario dalla Juventus è destinato a crescere, perché i ricavi immediati dei bianconeri sono maggiori; 2) alla Roma prima di comprare bisogna vendere.
Il presidente Pallotta, senza mezzi termini, ha parlato di errore di comunicazione. Garcia abbozza: «Chi lavora sbaglia, ma quello che conta è sbagliare il meno possibile». Però non cede: «Siamo in fase di crescita, lavoriamo per migliorare. Ma restiamo una outsider, perché la favorita è la Juventus. Faremo di tutto per darle fastidio, come nelle scorse stagioni, però ci serve la stagione perfetta per approfittare di eventuali errori altrui. So che è possibile, l’ho già fatto con il Lilla nell’anno dello scudetto».
Sul mercato non ha cambiato idea: «È sempre stato così da quando sono qui. Lavoro in sintonia con il presidente e Sabatini, non bisogna fare le cose di fretta. Vorrei tenere tutti i giocatori importanti e fare qualche innesto: cerchiamo in tre ruoli precisi». Sono il portiere (Romero in pole), un terzino sinistro (Baba, Adriano) e un centravanti (Dzeko). Garcia tiene anche a sottolineare che la scelta del nuovo preparatore atletico, Darcy Norman, non è stata un’imposizione di Pallotta, ma una scelta condivisa. Molti ci credono poco, ma si ritorna al punto di partenza: il Garcia Anno III non pretende più di piacere a tutti o di essere creduto. Il gioco si è fatto più duro.