(F. Balzani) All’inizio del campionato manca un mese esatto, alla Roma mancano ancora almeno 3 acquisti importanti. Quelli chiesti pubblicamente in due occasioni da Garcia. Nel trittico del tecnico non c’è il portiere, e quindi non c’è Szczesny per il quale manca solo l’ufficialità (prestito oneroso) e la ripartizione dello stipendio da 2,8 milioni del polacco tra Arsenal e Roma.
C’è, invece, Salah per il quale si attende la fumata bianca entro il week-end. Il procuratore dell’egiziano, infatti, ha trovato l’accordo totale con Sabatini (quadriennale da 3 milioni più bonus), ha rimandato al mittente l’offerta del Napoli («Non ci interessa assolutamente ») e congelato quella dell’Inter. De Laurentiis vorrebbe riprovarci, ma potrebbe non fare in tempo visto che Sabatini è atteso dai dirigenti del Chelsea per chiarire non tanto la cifra (20 milioni più bonus) quanto il metodo di pagamento: i Blues pretendono il prestito con obbligo di riscatto o la cessione definitiva, la Roma vorrebbe limitarsi al diritto di riscatto.
La “gita” a Parigi di domenica, invece, ha avuto un chiaro obiettivo: Digne. Il terzino sinistro, classe ’93, non trova spazio al Psg (che potrebbe prendere anche Ghoulam) e sarebbe più che felice di ritrovare Garcia. La pista si scalda anche perché Luis Enrique ieri ha raffreddato l’ottimismo della Roma per Adriano, altro giocatore in sala d’attesa da mesi: «Chi vuole lui o Pedro paghi la clausola rescissoria (90 milioni, ndr)». Una posizione dura che comunque potrebbe ammorbidirsi di fronte a un aumento dell’offerta da 5 a 8 milioni.
In uscita restano i soliti nomi e i soliti problemi: il Cska vuole Doumbia ma non a titolo definitivo, Destro attende la Fiorentina, per Gervinho non sono arrivate offerte superiori ai 7 milioni. In compenso arriva l’ennesimo baby: Conor Borg, attaccante maltese di 18 anni. Ma cosa rallenta il mercato della Roma? In realtà il modus operandi di Sabatini è sempre lo stesso: convincere prima il giocatore e poi andare in pressing sulla squadra. Solo che questa volte i club da convincere non sono Verona, Siena o Psv. Bensì Barcellona, Chelsea, Psg e Manchester City, interlocutori dal portafoglio pesante che problemi di soldi (e di sconti) non ne hanno. Così come non hanno fretta, che invece ha (avrebbe) la Roma.