(C. Zucchelli) I motivi sono 2: entrare subito in forma per fare una partenza lanciata in campionato e confrontarsi con alcuni tra i club più grandi, ed esperti, del continente. Per questo, nel giro di 10 giorni, la Roma affronterà le squadre campioni d’Europa: prima il Barcellona al Camp Nou, detentore della Champions, e poi il Siviglia, vincitore dell’Europa League. Due sfide a cinque stelle, intervallate da due partite altrettanto nobili contro Sporting Lisbona e Valencia.
OTTO ANNI DOPO Si comincia oggi in Portogallo, 26 i convocati, tutti i big presenti ad eccezione di Strootman e Pjanic. Un ritorno, quello nella capitale portoghese, quasi 8 anni dopo l’ultima volta: 2-2 in Champions il 7 novembre 2007, reti giallorosse firmate da Cassetti e Pizarro, anche se in quest’ultimo caso fu decisiva la deviazione di testa di Polga. Di quella Roma lì, guidata da Spalletti, è rimasto il solo De Rossi (Totti era assente), oggi con ogni probabilità toccherà di nuovo a lui guidare il centrocampo, dopo che ieri ha fatto da testimonial al lancio dell’accordo tra Sky e la società. Accanto a lui il Ceo Zanzi che ha voluto sottolineare l’importanza di queste amichevoli «di primissimo livello che giocheremo. Siamo un caso quasi unico al mondo».
LE PRIME DELLA LIGA In tempi di tournée, sponsorizzazioni, brand da diffondere e Champions da onorare, la Roma ha scelto un precampionato di alto profilo: abbandonati boscaioli e idraulici che si improvvisano calciatori tra i monti, tolto l’esordio col Gyor e l’amichevole in famiglia a Giacarta, gli avversari sono tutti di categoria superiore. Quattro i club spagnoli (Real, Barcellona, Siviglia e Valencia), uno portoghese (Sporting) e uno inglese (Manchester City) e per poco non ci scappava anche un club greco (l’Olympiacos), che la Roma avrebbe dovuto affrontare l’11 agosto. Per ora l’ipotesi è stata accantonata – visto anche che la Roma anticiperà l’esordio in campionato – ma l’ultima parola non è detta. D’altronde, bisogna mettere benzina nelle gambe e c’è bisogno di esperienza visto che, come ha sottolineato anche De Rossi ieri, «partiremo in terza o quarta fascia e avremo un girone difficile».
INESPERTI Lo scorso anno l’inesperienza a partite del genere è stata pagata a caro prezzo, non soltanto nella batosta casalinga con il Bayern, ma in tutta la gestione del girone: se la Roma avesse avuto più sicurezze avrebbe probabilmente vinto sia col City in Inghilterra sia, soprattutto, col Cska a Mosca e il passaggio del turno si sarebbe potuto centrare. «Le partite delle scorso anno ci hanno insegnato tanto», ha però ribadito De Rossi e se sarà così lo si vedrà soltanto da settembre in poi.