(F. Oddi) Bernardeschi ce l’ha fatta, il suo erede è già in casa: si sono messi in evidenza nella stessa Europa League 2014-15 gli ultimi due numeri 10 cresciuti nel vivaio viola, a Simone Minelli manca ancora lo squillo da prima pagina, ma è del ’97, ha tempo. Dietro una generazione di 20enni che già frequenta l’Under 21 e «vede» la Nazionale A, c’è una fila di ragazzi tra i 17 e i 20 che morde il freno in Primavera: non tutti bruciano le tappe come Federico Bonazzoli, che a 18 anni ha già lasciato casa-Inter, per giocarsi le sue carte alla Samp. Federico Dimarco, cresciuto con lui, si deve accontentare delle amichevoli, per capire quanto è duro il calcio dei grandi, per uno che tra Giovanissimi e Allievi spingeva e segnava come un piccolo Roberto Carlos.
CALABRIA PROMOSSO – Ma nelle amichevoli c’è poco in palio per le squadre, molto per i giocatori, moltissimo per i ragazzi: tanti giocano bene ma tornano dietro le quinte appena si comincia a fare sul serio, non sembra il caso di Davide Calabria, che Mihajlovic ha già promosso vice-Abate dopo le buoni prestazioni di mezza estate. Non è un gigante ma corre, crossa, tira e si adatta senza problemi anche sulla sinistra: Inzaghi lo ha già fatto debuttare in A, sta ripercorrendo le orme di De Sciglio, qualche infortunio in meno e può arrivare più lontano.
PELLEGRINI DI ROMA – La classe ’96, quella di Davide Calabria, non avrà molti rappresentanti in A, almeno tra gli italiani: Alberto Cerri, dopo il fallimento del Parma, ha firmato per la Juventus, ma dopo essersi tolto lo sfizio di debuttare sostituendo Marchisio col Borussia andrà a giocare a Cagliari. Finirà in B pure Scuffet, per togliere un po’ di ruggine ai riflessi che ne avevano fatto il giovane portiere a cui l’Atletico Madrid voleva affidare il futuro. Giocherà in A, probabilmente anche tanto, Lorenzo Pellegrini, un’anomalia nel mercato della Roma: la nuova proprietà quest’estate ha ritenuto cedibili parecchi talenti cresciuti a Trigoria, da Bertolacci a Viviani fino a Romagnoli, ma tutti avevano avuto la valutazione moltiplicata da una o più stagioni in prestito. Pellegrini no, pur essendo un punto fermo dell‘Under 19: è l’unico passato dalla Primavera alla cessione a titolo definitivo, per 1,2 milioni, nel Sassuolo è già pronto per insidiare il posto a Duncan. La Roma si è tutelata col diritto di recompra, ma le cifre le ha stabilite il club emiliano: 8 milioni tra un anno, 10 tra due, non un prezzo di favore. Il Frosinone per Daniele Verde è stato ben più conciliante: prestito secco, facile che lo facciano pure giocare titolare prima di restituirlo alla Roma.
PRIMAVERA ALLUNGATA – Gli altri ’96, per quanto bravi, faranno i fuoriquota in Primavera: toccherà ai laziali Murgia, Guerrieri e Palombi, centrocampista, portiere e attaccante, al romanista Capradossi, centrale difensivo, e a Piu – punta dell’Empoli – salvo offerte irrinunciabili dell’ultimo minuto. Per i ’97, la Primavera è nell’ordine delle cose, anche se i più bravi sperano nell’esordio: tra loro Filippo Romagna, che era andato in panchina con la Juve già ai tempi di Conte. Il romanista Lorenzo Di Livio avrà problemi per l’abbondanza nell’attacco di Rudi Garcia, Audero (Juventus) e Meret (Udinese) per il ruolo, ma qualche convocazione da terzo portiere l’hanno fatta già da tempo. E così quelli che se arriva qualcosa bene, e se non arriva bene lo stesso, sono i ragazzi del ’98: i migliori li ha il Milan – da Locatelli a Cutrone, passando per Llamas e Zanellato, con l’enigma Mastour, che sarà il più bravo di tutti non appena imparerà che ha anche dei compagni – ma occhio alla Roma, campione d’Italia coi gol di Tumminello, e al Sassuolo. Poca tradizione, ma aveva da tempo un ottimo terzino destro, Adjapong, nero di passaporto italiano, e ha completato l’opera facendo la spesa vicino casa: se il Parma fallisce, tu stai a soli 70 km e ti prendi il responsabile del vivaio (Francesco Palmieri), i più bravi lo seguono. E uno di loro, il difensore croato Erlic, è già andato in panchina in serie A.