(S. Carina) Il paradosso si ripete. Veder arrivare un calciatore con tanto di bagno di folla, fargli sostenere le visite mediche, firmare il contratto (anche se ufficialmente ancora non è accaduto) ma non poterlo ufficializzare e di conseguenza impiegare in gare ufficiali. Era già accaduto per Salah che sbarcato a Fiumicino il 28 luglio, è stato ufficializzato 9 giorni dopo. Se per l’egiziano c’era di mezzo la questione del transfer, per Dzeko invece è una semplice questione di regolamento (sommata alla mancanza di qualche documento). Prima di tesserare il bosniaco la Roma è costretta a cedere un calciatore extracomunitario. E menomale che da questa stagione la normativa è cambiata. I nuovi regolamenti, infatti, prevedono che le squadre con più di due giocatori extra Ue tesserati a titolo definitivo alla fine dell’annata sportiva 2014-15, possono acquistarne altri due con lo stesso status nella nuova stagione a patto che uno sia stato convocato dalla sua nazionale 2 volte nell’ultimo anno (o in alternativa 5 volte in carriera). L’altro invece è senza vincolo ‘nazionale’ ma ha l’obbligo di essere preso al posto di un altro extracomunitario in uscita (ovvero ceduto all’estero o svincolato). Con il primo slot occupato da Salah, ora non resta che attendere la cessione di uno tra Sanabria (Sporting Gijon), Doumbia (Cska), Marquinho, Gervinho (Galatasaray) e Ljajic. La partenza di Tallo non è stata propedeutica, visto che l’attaccante aveva liberato il posto ad Uçan già lo scorso anno.
LA GIORNATA
Intanto il bosniaco ieri ha svolto le visite mediche tra Campus bio-medico, Policlinico Gemelli e Villa Stuart. Proprio fuori dalla clinica è andato in scena un siparietto curioso quando due dei trenta tifosi presenti che indossavano una maglia con la scritta ‘Uno a Dzeko’, hanno consegnato la stessa maglietta al calciatore con tanto di bacio sulla guancia. Tra il divertito e il sorpreso, il centravanti l’ha presa e poi è entrato nella struttura per completare i controlli.