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IL MESSAGGERO Garay, il gigante abituato soltanto a vincere

Ezequiel Garay
Ezequiel Garay

(Il Messaggero) – L’ultima suggestione (o tentazione) di Walter Sabatini si chiama Ezequiel Marcelo Garay, argentino con passaporto spagnolo, classe 1986, tesserato per lo Zenit di San Pietroburgo. Un difensore centrale vero, 192 centimetri di altezza e grinta da vendere. Cresciuto nel Newell’s Old Boys, nel 2005 viene ceduto al Racing di Santander dove resta fino al 2009, anche se dal 2008 sotto il controllo del Real Madrid. Nell’estate di sei anni fa, poi, entra a far parte della squadra dei blancos, dove rimane per due stagioni senza giocare molto.

Dalla Spagna al Portogallo, sponda Benfica: nel club di Lisbona, Garay, costato 5 milioni di euro, fa molto bene e nel campionato 2013-14, in coppia al centrio della difesa con Luisao, vince sia il campionato che la coppa nazionale. Il suo rendimento così elevato lo porta nei radar dello Zenit di San Pietroburgo che, nella passata estate, lo dirotta in Russi in cambio di 15 milioni di euro. A volerlo allo Zenit è il portoghese Villas Boas, che lo aveva stimato ed apprezzato moltissimo quando Garay indossava la maglia del Benfica. Si presenta in Russia dopo aver giocato, e da titolare, tutte le partite dell’Argentina ai mondiali brasiliani, e vince subito il titolo nazionale.

TOP VALUTAZIONE Non appena si è parlato di un interessamento della Roma, il suo profilo twitter @Garay_24 è stato preso d’assalto, con decine e decine di richieste di portarsi nella capitale, agli ordini di Rudi Garcia. Compito complicato, per Sabatini, visto che lo Zenit (che ha già giocato quattro partite della Premier russa) è un club ricchissimo, ma il ds non è tipo che si arrende di fronte alle prime difficoltà. Garay (contratto fino al 2019) è assistito da Jorge Mendes, il top dei top dei manager, e secondo il sito specializzato Transfermarkt ha una valutazione di 23 milioni di euro. Meno di quanto il Milan ha versato nella casse della Roma per portare Alessio Romagnoli a Milano.

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