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LA REPUBBLICA Il calcio ai tempi della clausola. I contratti più strani del mondo

Romagnoli
Romagnoli
(M. Pinci) Vincolanti, ad personam, a volte vessatorie. Il contratto di un calciatore può essere un dedalo di voci incomprensibili, volute in maniera più o meno subdola da procuratori e presidenti. Le chiamano clausole, ma per chi deve firmarle possono diventare un incubo. Chiedete a Cassano se gli abbia fatto piacere accettare il codice anti cassanate di Ferrero: ogni alzata di sopracciglio giù multe, ma può rischiare pure la rescissione. Materia per avvocati, almeno quanto la condizione ottenuta dal Barcellona nella cessione all’Amburgo del baby Halilovic: lo volete? Fatelo giocare almeno 3 partite su 5 o non se ne fa nulla. Detto, fatto. Alla Roma di quanto Romagnoli giocherà con il Milan importa poco, piuttosto i giallorossi sarebbero felici se fosse rivenduto al doppio dei 25 milioni incassati: per mister Pallotta vorrebbe dire prendersene altri 7, senza che Galliani possa dire nulla. Anche Sarri non può più dir nulla: pare che al tecnico piaccia spesso discutere di sport in pubblico, così De Laurentiis è riuscito a spuntare una clausola anti-chiacchiere nel contratto del tecnico: se lo fa, multa. Chissà se lo controlleranno anche con gli amici al bar. Molto peggio poteva andare però a Valdifiori, visto che il Napoli voleva tenersi la possibilità di rivenderlo entro due anni senza nemmeno chiedergli il permesso. Una sorta di cessione coatta, a cui il regista, una volta scoperta, ha detto no.
Vi sembra una follia? Forse non siete mai stati in Inghilterra. Oxlade-Chamberlain nel 2011 era talmente felice di passare all’Arsenal da ignorare la clausola che impone ai Gunners di pagare 9000 sterline al Southampton ogni volta che gioca più di 20 minuti. Non proprio un incentivo al suo utilizzo, per Wenger. Che anni prima a Bergkamp aveva concesso di essere esentato dai viaggi aerei per la sua paura di volare. Al contrario Eto’o pretese dall’Anzhi un elicottero che lo portasse ogni giorno da Mosca a Makachkala per allenarsi. Il volo pindarico dell’ex viola Schwarz divenne una voce sul contratto col Sunderland: aveva confessato di sognare un’avventura nello spazio, i Black Cats gli fecero firmare un impegno a rinunciare alle missioni interstellari.
A volte la clausola può servire a evitare di ritrovarsi in guerra, come quella che chiese nel 2002 il tecnico Stange per andare ad allenare l’Iraq. Altre a prevenire una debolezza: quelle del cattivissimo Neil Ruddock erano cibo e alcool. Così il Crystal Palace, non trovando pantaloncini della sua taglia, poteva multarlo ogni volta che superava i 99 chili: 8 volte in sei mesi, per la precisione. Nel 2001 al Cardiff bisognava cedere alle stranezze del presidente libanese Hammam: Spencer Prior per essere tesserato si impegnò a mangiare testicoli di montone e a far sesso con una pecora. In confronto la pretesa dello Sporting per cedere alla Lazio Mauricio è quasi banale: Lotito potrà rivenderlo a chiunque, tranne Benfica e Porto. Il Chelsea invece non voleva trovarsi contro in Champions il portiere Curtois, prestato all’Atletico, e lo mise nero su bianco: la Uefa però ritenne il vincolo illegittimo. Mica tutte le clausole riescono col buco.

 

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