(A. Angeloni) – «La maglia numero 10 è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare quel sogno, di indossarla, onorarla e portarla fino a raggiungere i migliori traguardi sportivi». Francesco Totti parla della sua maglia proprio quando tra i tifosi è nato una specie di caso Gerson (foto Mancini). «L’augurio più grande che posso fare a tutti i ragazzi e ai calciatori che avranno l’opportunità di indossare la maglia numero 10 della Roma è di scambiarla un giorno con un grande campione come Messi. Tutti devono avere questa possibilità». E ancora. «Si riparte tutti insieme per la nostra Roma: facciamo subito innamorare di questa città chi è appena arrivato, in modo particolare i ragazzi più giovani». Il ds Walter Sabatini ieri ha parlato di “agguato” nei confronti Gerson, che ieri mattina, molto presto, è sbarcato a Fiumicino: visite mediche e poi ha messo a punto il suo accordo con la Roma. Stasera il brasiliano sarà all’Olimpico per la festa giallorossa e poi tornerà in Itlia a gennaio, nella Roma ”solo” a giugno prossimo. Ma tornando alla maglia numero 10 di Totti, in una foto diventata di Gerson. Sabatini ha voluto chiarire: «La maglia gliel’ho mandata io, ho dovuto usare degli argomenti convincenti e gli ho detto che tra qualche tempo i tifosi della Roma saranno davanti a un grande dolore perché non ci sarà più il loro idolo e il più grande del calcio italiano. Ma noi amiamo Totti». Ma perché la Roma il giorno prima non ha chiarito, anzi negato, che la maglia fosse arrivata proprio da Trigoria (cosa c’era di male?), esponendo il ragazzo a qualche inevitabile insulto social? Bastava dire mercoledì ciò che Sabatini ha detto giovedì. Tutto qui, senza polemica. E con tutto l’affetto per Gerson.