(L. Valdiserri) Rudi Garcia, che per la prima volta non ha vinto la prima di campionato (2-0 a Livorno, 2-0 in casa con la Fiorentina), ha ragione quando dice che «un pareggio in trasferta non è una catastrofe». Sarebbe un grave errore, però, soprattutto in vista del big match contro la Juventus tra sette giorni, non valutare attentamente quanto esce dalla partita contro l’Hellas. Primo: il risultato è giusto e, anche se Pjanic e Nainggolan hanno avuto nel finale la palla per vincere, il Verona non ha rubato proprio nulla. Anzi. Secondo: la difesa della Roma, in questo momento, non è nemmeno da Europa League. Altro che scudetto. Castan è lontanissimo dalla migliore forma (anche Garcia ha detto «che non è ancora al 100%, anche se migliora ogni giorno») e andrebbe gestito anziché mandarlo allo sbaraglio. Terzo: l’attacco è pieno di soluzioni, anche troppe, ma il primo tempo di ieri, con Salah e Gervinho che riempivano il centro del campo anziché allargare il gioco, ha dimostrato che c’è ancora molto da lavorare per costruire intorno a Dzeko un reparto davvero efficace. Al gol ci ha dovuto pensare Florenzi, riciclato terzino.
Il Verona ha un monte ingaggi che è un quinto di quello della Roma (19,6 milioni contro 104,6, dati «Panorama»), ma in campo non si è vista la differenza. Si è notato, semmai, che Mandorlini ha preparato la gara con un 4-5-1 elastico, difensivo ma capace di tirare 7 volte verso la porta di Szczesny, limitando i propri difetti e andando a cercare quelli dell’avversario. Ogni squadra che punta al massimo ha bisogno di equilibrio e di certezze difensive. Nell’immediato la Roma non ha proprio la difesa. Garcia, a fine gara, ha detto di aver bisogno «di un terzino sinistro e di un centrale». Il primo è Lucas Digne, per il quale la Roma aspetterà anche fino all’ultimo giorno di mercato. Il centrale, in attesa di Ruediger, che rientrerà a metà settembre, dovrà essere pronto subito. Si fanno tanti nomi, servirebbe soprattutto un italiano.
Per mettere pressione alla Juventus era necessaria una partenza sparata e, invece, il d.s. Sabatini ha messo a disposizione del tecnico una squadra per ora intrigante ma scoperta in ruoli chiave. Quanto costerà il ritardo con cui arriveranno i difensori? Il mercato dello scorso gennaio non ha lasciato nessuna esperienza?
Ha riempito di malinconia vedere Francesco Totti per 90’ in panchina. La sostituzione finale (fuori Gervinho e dentro Ibarbo) è sembrata a tutti, tranne che a Garcia, incomprensibile. Anche per pochi minuti il Capitano sarebbe servito. O, se non lui, Ljajic. Un giocatore che ha la tecnica per giocare bene vicino a Dzeko ma che è sparito dalle rotazioni.