(M. Vitelli) «Non ho visto cattiveria, è stata solo una giocata sfortunata». A scagionare Radja Nainggolan per l’entrata fallosa durante Roma-Barcellona che costringerà Rafinha a stare lontano dai campi per il resto della stagione, è il tecnico dei blaugrana Luis Enrique. L’episodio di mercoledì ha riaperto il dibattito sui calciatori violenti. Ecco una «lavagna» con i nomi dei cattivi. L’Oscar del picchiatore spetta senza dubbio ad Andoni Goicoetxea, il «macellaio di Bilbao». Consegnato alla storia per aver distrutto il malleolo ed i legamenti della caviglia sinistra di Diego Armando Maradona. «A casa ho una teca di cristallo dove conservo lo scarpino con il quale provai a chiudergli la carriera» dichiarò orgoglioso alcuni anni fa. Insuperabile.
Meno famoso ma degno vice-killer, Duncan Ferguson. L’attaccante scozzese detiene il bel record di essere finito in galera per un fallo di gioco. Una testata sulla faccia di John McStay durante Glasgow Rangers-Raith Rovers del 16 aprile 1994: tre mesi dietro le sbarre. Tra i suoi exploit, anche l’aggressione ad un tifoso con le stampelle. Stuart Pearce prima del calcio lavorava come elettricista. Soprannominato «Psycho», e non per la sua passione per il film di Hitchcock, il biondino con le movenze da nevrotico ha vinto il premio di giocatore più cattivo della storia del calcio inglese. Chapeau! L’unico ad avere avuto il coraggio di affrontarlo fisicamente fu Basile Boli, che gli rifilò una testata con la rincorsa durante Inghilterra-Francia ad Euro ’94. Altro dispensatore di lesioni sul campo è stato Ramon Aguirre Suarez. Tra i suoi capolavori, il volto insanguinato di Nestor Combin in Milan-Estudiantes, finale della Coppa Intercontinentale 1969. Denunciato per violenza, l’argentino si beccò trenta giornate di squalifica. Non soddisfatto, decise di continuare la carriera di aggressore seriale in Spagna dove frantumò l’orbita occipitale del madridista Santillana. Aveva invece il vizio di stringere tra le mani i testicoli degli avversari Vinnie Jones del Wimbledon. Celebre la sua «strizzata» a Paul Gascogne, addirittura immortalata da uno scultore con una statua.