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IL MESSAGGERO Roma, il gioco non evita il ko

Iago Falque
Iago Falque

(U. Trani) C’è solo la Roma a Marassi. Ma non basta. La prestazione non manca, il risultato sì. Così la prima sconfitta della stagione diventa amara e forse anche ingiusta. Il dominio è totale, ma vince la Sampdoria 2 a 1, sfruttando le uniche gaffe giallorosse della serata: la barriera con soli 3 uomini sulla punizione di Eder e il rinvio sballato di Manolas per l’autorete decisiva. L’Inter, a punteggio pieno, è adesso a + 7.

SPAZIO AI TITOLARI – Non è stato dunque sufficiente il turnover al contrario, richiamando in campo gli esclusi di domenica scorsa contro il Sassuolo. Garcia, tornando indietro di 24 giorni, ha schierato la squadra del primo successo in questo torneo: in campo gli stessi interpreti (tranne Szczesny) che il 30 agosto all’Olimpico superarono la Juve di Allegri. Di sicuro la prova migliore della Roma, almeno guardando al gioco e al ritmo. E, proprio come contro i campioni d’Italia, con De Rossi accanto a Manolas per sostituire l’infortunato Ruediger, rimasto nella capitale con Totti. Nel 4-3-3 Pjanic ha avuto, come sempre, la libertà di alzarsi dietro Dzeko, per aumentare la qualità in avanti e cercare, avvicinandosi alla porta, anche la conclusione.

EQUILIBRIO RITROVATO – Zenga, pur evitando la difesa a oltranza, si è affidato esclusivamente alla velocità di Eder, capocannoniere con 6 reti, e Muriel. Ha avuto ragione. La presenza di Correa alle loro spalle è stata per certi versi superflua: la Sampdoria ha saltato spesso il centrocampo, giocando la palla alle spalle dei centrocampisti giallorossi e cercando di sfruttare la corsa degli attaccanti. Così, già a metà tempo, ha lasciato l’iniziativa alla Roma che, con convinzione e autorità, è andata all’assalto della difesa blucerchiata, già in partenza incompleta e penalizzata anche dall’imprevisto a Silvestre che, alla mezz’ora, si è arreso, lasciando il posto a Moisander. Digne ha spinto a sinistra più di quanto ha fatto Florenzi a destra, ma le chance sono state poche, almeno per lo sforzo prodotto (record di cross su azione nel primo tempo, 21, anche se solo 3 andati a buon fine, totale di 57 alla fine e 18 corner battuti). Dzeko ha ricevuto pochi palloni, l’unica parata di Viviano sul destro da fuori di Pjanic, respinto in volo. Nessun rischio, fino all’intervallo, nemmeno per De Sanctis, a conferma che il gruppo ha ritrovato almeno l’equilibrio.

DESTRO A FREDDO – Pjanic, subito dopo l’intervallo, ha chiesto il rigore per il tocco di mano di Moisander in area, con il pallone che però colpisce prima la gamba del blucerchiato. Correa, prima di uscire per Ivan, ha costretto Manolas al fallo. Punizione che Eder ha sfruttato calciando di destro sul palo scoperto per il vantaggio. Ma il gol subito non ha fermato la Roma che ha continuato a spingere. Dzeko è stato più presente che nella prima parte, ma Pjanic è diventato il protagonista della reazione giallorossa. Su punizione sporcata Viviano, completamente spiazzato, si è superato, con l’intervento migliore della serata. Garcia ha poi dato spazio a Gervinho, fuori Iago Falque. Assedio totale. Con Digne ormai ala aggiunta, pure Florenzi è salito con continuità. Viviano ha salvato su Dzeko, ma non è riuscito a far niente, a metà tempo, sul sinistro di Salah, dopo l’assist dell’ispiratissimo Pjanic.

LA BEFFA – Zenga ha inserito Cassano, togliendo Muriel, per tenere palla. Il contropiede fatale, però, lo ha gestito Eder che, ignorando i compagni liberi in mezzo all’area, è affondato a destra per calciare di forza al centro. De Sanctis non c’è arrivato e Manolas, sbilanciato, ha deviato in porta: 2 a 1. Richiamati subito Nainggolan e Salah in panchina: Uçan e Iturbe le mosse della disperazione di Garcia. Inutili, però.

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