(P. Liguori) Carpi diem, Roma. Cogli l’occasione con la simpatica squadra emiliana, prendi i tre punti ed esci velocemente dalla bufera di polemiche che si è già aperta. Poi, se ci riesci, concentrati in fretta sulla Champions e sulla trasferta di Minsk. Sono bastati quattro gol (due sul conto del pur bravo Manolas e due su quello di De Sanctis) per far partire il tormentone sull’allenatore e sul non-gioco della squadra. È quello che abbiamo visto, contro la Juventus e il Barcellona? Conta zero, si trattava di un miraggio. Contano molto di più i pregiudizi maturati nel tifo frustrato e magari nel risentimento contro la proprietà. Garcia ha chiesto e ottenuto Dzeko? Non conta: il centravanti – udite bene – non segna perché la squadra è messa in campo contro di lui. Se gioca Iturbe è turn-over sbagliato, se gioca Falque è scarso. Impossibile mettersi d’accordo, se non a suon di punti e vittorie. Noi speriamo che vada così, perché tifiamo la maglia e la squadra. L’allenatore sembra in gamba, ma potremmo anche sbagliare. Però ricordiamo che a Roma hanno vinto lo scudetto solo mostri sacri come Liedholm e Capello.