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IL MESSAGGERO Tor di Valle, nuovo altolà: “Serve una commissione”

Stadio Roma, le torri di Daniel Libeskind
Stadio Roma, le torri di Daniel Libeskind

(L. De Cicco) Una commissione esterna per valutare il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. A chiedere altri accertamenti sul progetto di Pallotta e del costruttore Parnasi, già finito nel mirino della Procura di Roma, è l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, che in una lettera protocollata il 25 settembre dal Campidoglio, ha chiesto ufficialmente al titolare dell’Urbanistica, Giovanni Caudo, di «istituire in tempi rapidi una commissione composta da due tecnici esterni dei nostri rispettivi assessorati». Se non è una vera e propria sconfessione della delibera madre – con cui, il 22 dicembre scorso è stato votato dall’Assemblea capitolina in via preliminare il pubblico interesse dell’opera – poco ci manca.
Interpellato, Esposito conferma la lettera e aggiunge che, in un colloquio informale, Caudo si sarebbe già espresso «favorevolmente» alla proposta di creare un organismo di controllo. «Aspetto il suo via libera in forma scritta. Poi verrà istituita la commissione», riferisce il responsabile della Mobilità.

IL DOCUMENTO – La missiva partita dall’assessorato ai Trasporti venerdì scorso è stata indirizzata anche al sindaco Marino, al segretario generale del Campidoglio e ai vertici dell’Agenzia per la Mobilità. «In riferimento alla questione della realizzazione del nuovo stadio della Roma – scrive Esposito al collega Caudo – ti propongo, per affrontare la questione in modo organico e funzionale ad una pianificazione trasportistica dell’area interessata dal nuovo insediamento, di istituire in tempi rapidi una Commissione composta da due tecnici esterni dei nostri rispettivi assessorati». L’organismo avrà «il compito di valutare la miglior soluzione affinché il nuovo impianto abbia un collegamento su ferro adeguato, ma che contempli anche l’interesse trasportistico di tutta la città».

LE CRITICITÀ – L’assessore Esposito, in un post scriptum nella lettera, spiega di non essere a priori «un nemico del nuovo stadio della Roma» (e ricorda, da tifoso bianconero, anche «il precedente dello Juventus stadium») ma è il progetto legato a Tor di Valle a non convincerlo a fondo. «Di problemi ce ne sono tanti – ha spiegato la settimana scorsa in un’intervista al Messaggero – La parte ambientale, la parte dell’interesse pubblico, le questioni urbanistiche, gli espropri. C’è anche la Procura della Repubblica che ha messo sotto la lente il progetto». Negli ultimi giorni poi sono emersi contrasti proprio con Caudo sul piano trasporti che dovrebbe servire il nuovo impianto sportivo e soprattutto il mega-complesso di negozi, uffici e ristoranti che Pallotta e Parnasi vorrebbero costruirci attorno. L’«Ecomostro», come lo hanno ribattezzato le principali organizzazioni ambientaliste italiane, che vedrebbe spuntare sull’ansa del Tevere, in un’area definita dal Ministero dell’Ambiente «a rischio esondazione», tre grattacieli alti fino a 200 metri più altri 15-16 edifici commerciali, il vero core business dell’operazione calcistico-immobiliare, dato che potrebbe fruttare ai privati, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro.
Secondo l’assessore all’Urbanistica, dopo il rapporto di Atac che ha bocciato la biforcazione della metro B fino allo stadio, si dovrebbe puntare sul potenziamento della Roma-Lido, prevedendo un treno ogni 3 minuti e mezzo. Esposito però ha fatto capire che, a suo parere, sono ben altre le criticità del progetto: «I trasporti sono l’ultimo o il penultimo problema – ha spiegato il senatore dem – Il tema centrale è l’urbanistica». E i controlli della nuova Commissione esterna – «una specie di audit», spiega Esposito – potrebbero aiutare anche a mettere in luce le vere falle del progetto.

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