IL ROMANISTA – In occasione del prossimo derby, la Curva Sud non farà nessuna coreografia, così come era già successo il 13 marzo nell’ultimo Roma-Lazio giocato e quindi vinto. Motivazione ? Presto detto: un calcio che nega il diritto ai tifosi di tifare, di poter andare allo stadio in trasferta, che mette le tessere alla passione, che chiede di mandare un fax per avere libertà di espressione, che demanda a carte commerciali e di credito la sicurezza, è un calcio che non merita una coreografia.
Ma la protesta dei tifosi giallorossi non si ferma qui: per la prima volta si è arrivati a lasciare la tribuna Tevere soltanto ai laziali possessori della Tessera del Tifoso. Un sostenitore della Roma (Giuseppe Rigillo) si avvale di Facebook per motivare questa scelta: “Perché il derby di Roma è l’unico al mondo che genera questo tipo di restrizioni? Perché questa unicità non fa pensare… che è una mancanza di rispetto verso la città intera, verso una delle sue tradizioni e quindi anche verso i suoi abitanti? Perché i possessori di tessera del tifoso della Roma, tifosi quindi facenti parte dei “buoni” e ampiamente schedati, non possono andare in tribuna tevere? Perché chi ha richiesto la tessera del tifoso e, non per sua colpa, non ne è ancora in possesso non può andare in tribuna tevere? Perché tutto ciò non vale per la tribuna opposta, la montemario? Li non ci sono problemi di contatto tra tifoserie diverse? Si pensa forse che siccome costa 30 euro di più questo elimina il problema? E’ questa la considerazione che ha del “popolo” chi sta “sopra” e decide? La sicurezza ha il costo equivalente di un giretto sulla salaria?? (…) Perché nonostante biglietti nominali, tornelli, steward, controlli fin dal lungotevere, comitati e osservatori, insomma nonostante tanta gente impegnata (alcuni) e strapagata (altri) si prendono decisioni restrittive invece di “provare” a garantire normalmente l’ordine pubblico come nel resto del mondo?!?..:”.