(C. Zucchelli) – Finora per i tifosi della Roma è stato la certezza della squadra, per certi versi più di Dzeko. Quando un colpo di Suarez alla mano lo ha costretto ad uscire contro il Barcellona, per molti romanisti è stato un incubo. E pazienza se De Sanctis lo ha sostituito bene: per la gente il titolare della terza Roma di Garcia era Wojciech Szczesny. Al ritorno contro il Bate Borisov però, la doccia fredda: il polacco è sembrato lontano parente di quella saracinesca delle prime apparizioni da romanista e ha sulla coscienza almeno un paio di gol. E allora in molti si chiedono: «E adesso che succede?». Niente. Szczesny era il titolare, Szczesny resta il titolare.
CON I TIFOSI – Ieri, lasciando Trigoria a bordo del suo fuoristrada scuro intorno alle 13.30, è stato accerchiato da una decina di tifosi che gli chiedevano foto e autografo. Lui si è fermato, ha sorriso, si è messo in posa ma non ha risposto a chi gli chiedeva: «Ma col Bate stavi male?». Difficile che non abbia capito, visto che ha già un’ottima conoscenza dell’italiano, più facile che abbia deciso di archiviare già la prestazione in Bielorussia. A 25 anni sa che mettere da parte i momenti negativi guardando solo avanti è l’unica strada che un portiere ha per non rimanere vittima e delle sue paure. E allora, foto, autografi, sorrisi sì, dichiarazioni no.
RIVALITÀ? – In casa, d’altronde, ha l’esempio di Morgan De Sanctis, uno che ha 38 anni si trova costretto ancora a convivere con lo scetticismo della gente, nonostante 2 anni in prima linea. Proprio l’ex portiere titolare, a cui ha tolto il posto, è una delle persone che gli è stata più accanto dopo il Bate. Rivalità sì, quindi, ma anche grande rispetto e complicità in allenamento. In un gruppo dove in tanti sembrano sempre sull’orlo di una crisi di nervi, non è roba da poco.
PERSONALITÀ – Non è stata da poco neanche la parata che ha tolto dalla porta il pallone colpito da Bonucci in Roma-Juventus. Una parata da 3 punti, che ha fatto tornare alla mente le parole di Andy Scott, suo manager al Brentford, dove ha giocato in prestito per una sola stagione: «Quando lui è in porta non puoi mai dire, fino all’ultimo, che il pallone entrerà. È capace di tutto». Garcia lo ha voluto proprio per questo, per la reattività tra i pali che De Sanctis, 13 anni di più, non sempre può garantire. Inoltre Szczesny è uno che, bizze caratteriali a parte (molto limitate negli ultimi tempi, anche in coincidenza del prossimo matrimonio) non ha paura di rischiare e non ha paura di giocare con i piedi, cosa che garantisce ai compagni una soluzione in più.
VIDEO E SORPRESA – In questi giorni ha parlato sia con Garcia che con il preparatore Nanni degli errori contro il Bate, ha rivisto la partita, analizzando dove e perché ha sbagliato, ma ha garantito che la lussazione al dito non c’entra. Era pronto per giocare, come garantito al tecnico il giorno prima della partita, anche se non era certo che sarebbe toccato a lui. Anzi, vista la buona prestazione di De Sanctis con il Carpi pensava che in campo sarebbe sceso di nuovo Morgan. Almeno fino a Palermo. Invece domenica al Barbera sarà ancora lui a difendere i pali della Roma e tutti si aspettano che faccia dimenticare la serata di gloria concessa a Mladenovic, alla prima doppietta della carriera. In una squadra che ha già subìto 11 gol in 8 partite, mantenendo inviolata la porta solo con il Frosinone, c’è bisogno, e tanto, delle sue parate.